SCULTURE E OGGETTI D'ARTE DAL MEDIOEVO ALL'OTTOCENTO

Firenze, 
mer 12 Giugno 2024
Asta Live 1290
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GRANDE CASSETTA CON LE ARMI ORSINI, FIRENZE, 1440-1470 CIRCA

€ 20.000 / 30.000
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GRANDE CASSETTA CON LE ARMI ORSINI, FIRENZE, 1440-1470 CIRCA

In legno interamente decorata in pastiglia dorata, struttura di forma rettangolare sormontata da coperchio a spioventi incernierato sul retro; cm 42x51x31

 

A FLORENTINE LARGE CASKET WITH ORSINI COAT OF ARMS, CIRCA 1440-1470

 

Provenienza

Famiglia Morotti-Leopardi, Porto Recanati;

Collezione Ponti, Spello;

Collezione privata

 

Bibliografia

V. Sgarbi (a cura di), Il tesoro d’Italia, cat. della mostra, Milano 2015, pp. 248-249 n. 7;

F. Traversi, Gesta e virtù. Il cofanetto rinascimentale, dai modelli eburnei alle pastiglie ferraresi del ducato estense, in P. Di Natale (a cura di), Mirabila Estensi. Wunderkammer, cat. della mostra, Ferrara 2024, pp. 29-30 fig. 8

 

 

La fascia mediana è interamente decorata da floridi festoni vegetali, sotto i quali si dipana un’ininterrotta teoria di angeli musicanti, secondo un repertorio decorativo chiaramente ispirato al gusto antiquario di Donatello; a delimitare poi la fascia in alto e in basso molteplici modanature impreziosite da svariati motivi decorativi di evidente gusto rinascimentale. Il coperchio, decorato da un motivo inciso a grata, mostra sul fronte una coppia di putti alati intenti a sorreggere una ghirlanda, all’interno della quale sono poste le armi della famiglia Orsini. La nostra cassetta, esposta a Milano nel 2015 in occasione della mostra Il tesoro d’Italia, è stata attribuita proprio in quell’occasione alla mano di Maso di Bartolomeo (Capannole Valdambra 1406 – Ragusa di Dalmazia 1456), importante scultore, architetto e fonditore in bronzo toscano, che collaborò tra l’altro con Donatello e Michelozzo alla realizzazione del pulpito esterno della cattedrale di Prato. Tale attribuzione è stata recentemente ripresa da Francesco Traversi in occasione della mostra ferrarese Mirabilia Estensi, il quale pur ritenendo complessa l'identificazione della mano che ha realizzato il cofano, afferma che "si scorge chiaramente un retaggio fiorentino improntato sulla cultira ghibertiana e donatelliana (apparendo prossimo agli episodi padovani), rivelandosi una interessantte congiuntura circa l aproduzione in pastiglia di cofanetti successivi e/o coevi in area centro-settentrionale". Proseguendo nell'analisi ancora Traversi osserva che "la presenza delle insegne degli Orsini, potente famiglia perlopiù stanziata nel Lazio ma con importanti possessi in altri luoghi della penisola, e il loro interesse verso la tipologia dell'oggetto, invita ad interrogarsi sulla relazione dei cofanetti in pastiglia - ricondotti a botteghe ferraresi e custoditi in gran numero a Roma e nei centri limitrofi - con le famiglie locali, e tuttavia non mancano possibilità di legare questo piccolo "sarcofago" alla figura di Clerice Orsini di Monterotondo, coniuge di Lorenzo il Magnifico (e madre di Leone X), magari come dono da parte dei Medici, fatto che confinerebbe così il cofanetto entro al forbice cronologica 1467-1468, biennio in cui vennero stabiliti gli accordi per il fidanzamento ed il matrimonio per procura".