Scultore romano, periodo neoclassico
ALESSANDRO MAGNO
rilievo ovale in marmo, cm 45x37,5; entro cornice rettangolare in legno dipinto e dorato, cm 75,5x70
Roman sculptor, Neoclassical period, Alexander the Great, oval marble relief
Bibliografia di confronto
F. Caglioti, Fifteenth Century Reliefs of Ancient Emperors and Empresses in Florence: Production and Collecting, N. Penny, E. Schmidt (a cura di), Collecting Sculpture in Early Modern Europe, Washington 2008, pp.106-107
Il soggetto si collega ad un rilievo conservato nel Palazzo Reale di La Granja presso Segovia, presente in coppia con quello raffigurante Olimpia, già studiati da Francesco Caglioti, secondo il quale il rilievo raffigurante Alessandro fu realizzato solo nel corso del XVIII secolo, presumibilmente per creare un pendant a quello con Olimpia, opera originale di Desiderio da Settignano. Ad eccezione del formato e delle dimensioni, il rilievo qui presentato corrisponde assai puntualmente a quello spagnolo, e la variante forse più significativa è individuabile nell’elmo di Alessandro dove, nel nostro esemplare, compare anche la corona, mentre il drago marino che campeggia nell’elmo dell’esemplare spagnolo viene qui sostituito da una scena che sembra rappresentare Alessandro che doma Bucefalo. Il rilievo di Desiderio, allora ritenuto un marmo classico, venne donato nel 1738 a Isabella, regina di Spagna, dal cardinale Luis Antonio de Belluga y Moncada che aveva soggiornato lungamente a Roma. Lo scultore torinese Filippo Collino realizzò nel 1756 a Roma una coppia di rilievi ovali raffiguranti Olimpia e Alessandro (oggi a Torino, Palazzo Reale), dove la Olimpia è ispirata palesemente a quella di Desiderio mentre Alessandro è esemplato su un prototipo antico diverso da quello che ha ispirato il marmo spagnolo e quello qui presentato. La storia antica del rilievo con Alessandro alla Granja non si conosce, e non sappiamo se sia entrato nelle collezioni reali nel 1738 con il dono del cardinale Belluga y Moncada (e quindi provenga con tutta probabilità da Roma), ovvero se sia stato scolpito successivamente in Spagna. Un rilievo analogo al nostro è stato venduto, in coppia con uno raffigurante Olimpia, proprio da Pandolfini nel 2016, con attribuzione a scuola romana della metà del XVIII secolo.