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Domenico Gargiulo

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Domenico Gargiulo (Napoli, 1609/10 - 1675)

Viviano Codazzi (Taleggio (Bergamo), 1606 ca. - Roma, 1670)

FIGURE NEL GIARDINO DI UNA VILLA

olio su tela, cm 74x63

 

FIGURES IN THE GARDEN OF A VILLA

oil on canvas, cm 74x63

 

Provenienza

Roma, Claudio Gasparrini

Napoli, collezione Buontempo

Venezia, mercato antiquario

Collezione privata

 

Esposizione

Realtà e fantasia nella pittura italiana XVII-XIX secolo, Parigi - Lione 1987

Reality and Imagination in Neapolitan Painting XVII to XIX century, Edimburgo, City Art Centre, agosto - settembre 1988, n.3

 

Bibliografia

L. Capalbo, A. Ciarallo, Orti e gardini del quadro urbano, in Seicento napoletano. Arte, costume, ambiente. A cura di Roberto Pane, Milano 1984, pp. 148-49.

D. R. Marshall, A view of Poggioreale by Viviano Codazzi and Domenico Gargiulo, in "Journal of the Society of Architectural Historians", XLV, 1986, p. 36, fig. 10.

B. Daprà, Realtà e fantasia nella pittura napoletana XVII-XIX secolo. Catalogo della mostra, Napoli 1987, pp. 26, 28; ill. p. 29.

D. R. Marshall, Viviano and Niccolò Codazzi and the Baroque Architectural Fantasy, Milano - Roma 1993, pp. 141-42, VC 47.

G. Sestieri, B. Daprà, Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro Paesaggista e "cronista" napoletano, Milano - Roma, 1994, pp. 202-3, cat. 82.

 

Da tempo noto agli studi, il bel dipinto qui offerto costituisce uno degli esiti più originali e curiosi della collaborazione che a Napoli vide protagonisti il “prospettico” Viviano e il figurista Micco prima che nel 1647, a seguito della rivolta di Masaniello e dei disordini che ne seguirono, Codazzi si trasferisse a Roma (o vi facesse ritorno se, come è verosimile, vi aveva soggiornato prima di giungere a Napoli, circa dieci anni prima).

Raro nel formato e soprattutto nel soggetto – un gruppo di “lazzari” che ha preso possesso del giardino di una villa aristocratica abbandonata – il dipinto rimanda alla celebre Festa nel giardino della villa di Poggioreale eseguita da Codazzi e Micco Spadaro per il Duca di Maddaloni verosimilmente nel 1641, data apposta sul suo probabile pendant, che tuttora lo accompagna nel museo di Besançon.

Comune a entrambi infatti il motivo della peschiera e soprattutto il rilievo dato allo sfondo paesistico. Più importanti per dimensioni e variate negli atteggiamenti, le figure di Micco in primo piano nel nostro dipinto attestano a un ruolo prevalente qui svolto dall’artista e suggeriscono una datazione verso la fine del periodo napoletano di Viviano Codazzi.