Girolamo Solari
(Roma, 1627 - 1680)
GHIRLANDA DI FIORI CON SACRA FAMIGLIA (da Nicolas Poussin)
GHIRLANDA DI FIORI CON SACRA FAMIGLIA (da Nicolas Poussin)
coppia di dipinti a olio su rame, cm 44x55
WREATH OF FLOWERS WITH THE HOLY FAMILY (from Nicolas Poussin)
WREATH OF FLOWERS WITH THE HOLY FAMILY (from Nicolas Poussin)
oil on canvas, cm 44x55 ,a pair
Dobbiamo a Yuri Primarosa la riscoperta di Girolamo Solari, che prima di essere identificato come l’autore di un dipinto proveniente dalla collezione del Marchese del Carpio (1627-1687) restava uno dei tanti nomi misteriosi che ricorrono negli inventari delle collezioni romane (cfr. L. Laureati-L. Trezzani, La natura morta post-caravaggesca a Roma. Inventari romani, in La natura morta in Italia, Milano 1989, II, pp. 746-753; p. 850).
La scoperta del timbro del Marchese del Carpio, ormai ben noto agli studiosi, al retro di una tela raffigurante una ghirlanda di fiori intorno a una Immacolata Concezione ha consentito di risalire all’inventario stilato nel 1682-83 e di ritrovare al numero 1445, che appunto compare sulla tela, la descrizione del dipinto corrispondente eseguito da Girolamo Solari e Carlo Maratta (Y. Primarosa, Girolamo Solari. Un maestro ritrovato e il genere della ghirlanda istoriata nella Roma di età barocca. Roma 2024).
Numerose citazioni inventariali confermano la produzione di questo tipo di composizione floreale da parte del Solari, e la sua collaborazione con i principali pittori di figura del secondo Seicento romano per le immagini, sacre o profane, al centro della ghirlanda.
A quelle pubblicate da Primarosa e alle molte note attraverso i documenti romani si aggiunge ora la coppia qui presentata, riconducibile con ogni evidenza al catalogo dell’artista romano per immediato e palese confronto con la tela Del Carpio.
Notevoli anche per essere eseguite su rami di grandi dimensioni la cui lucentezza ne esalta la cromìa, le nostre ghirlande circondano due invenzioni di Nicolas Poussin intorno al 1650, la Sainte Famille à l’escalier e la Sainte Famille à la baignoire, entrambe eseguite per collezionisti francesi e presto riprodotte all’incisione, a documentazione del loro successo.
L’uso del prezioso blu di lapis in entrambe le scene conferma l’importanza di questa committenza.