IMPORTANTI MAIOLICHE RINASCIMENTALI

Firenze, 
mer 2 Ottobre 2024
Asta Live 1330
54

VASO BIANSATO, MONTELUPO, SECONDA METÀ SECOLO XVII

€ 4.000 / 6.000
Stima

VASO BIANSATO, MONTELUPO, SECONDA METÀ SECOLO XVII

in maiolica decorata in policromia con azzurro, blu, verde, giallo, giallo-arancio e bruno di manganese; alt. cm 31,4, diam. bocca cm 12, diam. piede cm 12,4

 

A TWO-HANDLED VASE, MONTELUPO, SECOND HALF 17TH CENTURY

 

Bibliografia di confronto

F. Berti, Storia della ceramica di Montelupo, III, Montelupo 1997, p. 319 nn. 207-209;

F. Berti, La farmacia storica fiorentina. I “fornimenti” in maiolica di Montelupo (secc. XV-XVIII), Firenze 2010, pp. 182-183 figg. 221-222

 

Il vaso apotecario presenta corpo ovoidale, imboccatura larga ed estroflessa e base con piede a disco; dai fianchi si dipartono due anse plastiche a forma di “drago”, dipinte in policromia, mentre sul fronte in alto si eleva il beccuccio per la fuoriuscita dei liquidi, ornato da un piccolo mascherone dipinto. L’intera superficie dei vasi è dipinta con un decoro a raffaellesche con figure di grandi dimensioni, interrotto sul fronte dall’emblema bernardiniano. Al di sotto il cartiglio farmaceutico in cornice architettonica con decori in tocchi di verde e giallo reca la scritta in caratteri capitali SY.DI.CICORIA.

L’orciolo, che condivide con quello presentato al lotto precedente l’impostazione morfologica e decorativa, mostra sull’intera superficie il decoro a raffaellesche è stato analizzato da Fausto Berti, il quale sottolinea come il tessuto decorativo presenti soltanto aspetti accessori in comune con i coevi e precedenti prodotti urbinati, in perfetta sintonia con la tradizione pittorica di Montelupo, incline ad interpretarne i canoni con piglio proprio ed originale. “Figure più grandi – scrive al riguardo Berti – a volte quasi eccessive, sono dipinte ricorrendo allo spolvero singolo; ogni ritocco e riempimento figurativo è eseguito a mano libera, giocato secondo l’assoluta, libera interpretazione di un canovaccio compositivo che si ispira agli affreschi tardomanieristi e barocchi su fondo bianco che ricoprono le pareti dei palazzi fiorentini, a cominciare da quello della Signoria”.

A differenza però del vaso analizzato in precedenza, il grande stemma ovale con cornice a volute posto sul fronte ospita il trigramma bernardiniano accompagnato dai simboli della passione (la croce e i tre chiodi), secondo una tipologia presente in un orciolo analogo al nostro già in Collezione Luzzetti, che sul retro porta la data 1643, e che secondo Fausto Berti permette di far riferimento ad una spezieria conventuale o a qualche privato esercizio che aveva per insegna tale riferimento cristologico.