Anselmo Bucci
(Fossombrone 1887 - Monza 1955)
CAFE' DE LA CUPOLE
olio su tela, cm 54x65
firmato in basso a destra
CAFE' DE LA CUPOLE
oil con canvas, cm 54x65
signed lower right
Provenienza
Galleria d’Arte Solferino, Milano
Collezione privata
Esposizione
Una stanza a Montmartre. Il paesaggio francese nella pittura italiana da Boldini a Birolli, Museo della Permanente, 7 novembre, Milano 1998- 13 gennaio 1999, p.63; Arte in transizione 1885-1930, pittura italiana da alcune collezioni lombarde, Tortona, Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 1 Novembre 2008-15 Marzo 2009, pp. 82, 83, n.33.
Bibliografia
C. Vela e G.Raboni (a cura di) Una stanza a Montmartre. Il paesaggio francese nella pittura italiana da Boldini a Birolli, catalogo mostra, (Museo della Permanente, 7 novembre, Milano 1998- 13 gennaio 1999) Milano 1998, p.63; S.Fugazza, A. Guarnaschelli e Paul Nicholls, (a cura di) Arte in transizione 1885-1930, pittura italiana da alcune collezioni lombarde. Catalogo della mostra (Tortona, Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 1 Novembre 2008-15 Marzo 2009), Milano 2008, pp. 82, 83, n.33
La scena notturna e animata di Café de la Coupole, uno dei ritrovi del bel mondo nel trasgressivo Montparnasse, sembra tradurre in pittura il pensiero espresso dall’artista nell’ Autobiografia e citato ai margini di una piccola, sofisticata rassegna tenutasi alla Permanente nel 1998 in cui compare per la prima volta il nostro dipinto (C.Vela, in Una stanza a Montmartre.., cit., p. 116). Bucci registra le impressioni di una notte di festa, è il 14 luglio, alla Porte S.Martin: "Colori della folla, di notte: nero, grigio, tortora, verde, giallo, rosso giallo,bianco, giallo di Napoli. Il blu fa verde: l'arancio salmone. I chiari sugli scuri, taglientissimi; gli scuri tra loro, fusi. Conta l'arabesco, il rilievo non c'è. Le luci per terra, verdi". Con la stessa raffinata cromia il pittore coglie nei volti, negli atteggiamenti, nelle ricercate fogge dei cappellini alla moda e persino nelle straordinarie nature morte di bottiglie e bicchieri sui tavolini, l'elegante individualità di una folla inquieta e mondana che, nell' intrattenimento di sorvegliati conversari, ammira ed è ammirata dall'animato passeggio di pedoni e carrozze che scorrono sul boulevard, rischiarato da luci elettriche. Nel 1914, al termine del suo soggiorno parigino iniziato otto anni prima, Bucci dipinge con lo stesso tratto espressionistico alcune altre vivaci immagini di folla; in aprile, espone alla Galleria Choiseul con Picasso, Utrillo e Van Dongen: è possibile che la donna assorta, col mento sulla mano,di Cafè de la Coupole, Parigi, sia una pur involontaria citazione di Picasso. Più facile pensare che Bucci abbia attinto,in qualche modo,al bellissimo Van Gogh: la Sala da ballo ad Arles del 1888, donato al Musée d'Orsay nel 1950 dai Signori Mayer, tanto strette sono le affinità di taglio, impostazione, cromia e atmosfera.
Alda Guarnaschelli
(in: Arte in transizione 1885-1930, op. cit., Milano 2008, p. 82)