GIOVANNI PRATESI | HOMO FABER PARTE I

102

Bartolomeo Cavaceppi

€ 6.000 / 9.000
Stima

Bartolomeo Cavaceppi

(Roma 1716 - 1799)

PROFETA

1740

scultura in terracotta, iscritta alla base BA[…]/ CAVA[…]PPI/ FE[…]XL; cm 46x23x17,5

 

Bartolomeo Cavaceppi, a Prophet, 1740, terracotta

 

Bibliografia

D. Lipari in La Grande Bellezza. L’art à Rome au XVIIIe siècle 1700-1758, cat. della mostra di Ajaccio, Milano 2020, pp. 224-225 n. 118

 

Opera dichiarata di interesse particolarmente importante dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ai sensi della legge 1.6.1939 n. 1089.

 

Opera giovanile, ancora nella tradizione della scultura romana d'età barocca, di uno scultare che va famoso principalmente per la sua opera più tarda di restauratore e mercante di sculture antiche e materiale di scavo, attività documentata attraverso la serie di volumi che egli stesso pubblicò fra il 1768 e il 1772 (Raccolta di antiche statue...), dove sono illustrate la maggior parte delle statue da lui restaurate e vendute a collezionisti per lo più inglesi. Il suo museo di gessi era tappa d'obbligo per tutti i viaggiatori e stupì perfino il giovane Canova. L'opera di scultore originale del Cavaceppi non è altrettanto ben conosciuta e molto rare sono le sue opere documentate, che risalgono soprattutto al primo periodo, prima cioè che l'apprezzamento di Winkelmann lo indirizzasse verso l'attività di restauro, svolta inizialmente presso il Cardinal Albani. Completò un primo apprendistato nella bottega di Pierre-Étienne Monnot e, successivamente, nella bottega dello scultore e restauratore Carlo Napolioni. La scultura qui presentata, che non viene menzionata negli inventari redatti nel 1799, al momento della scomparsa dell'artista, potrebbe rappresentare di un semplice esercizio, un'opera prodotta per un collezionista privato, oppure il modello per una commissione pubblica mai realizzata. Secondo Davide Lipari “questa statuetta, notevole per la sua eccellente qualità, acquisisce anche un valore storico di peso se la si considera all'interno del percorso artistico del suo autore: unica sopravvivenza di un linguaggio personale, coerente con il panorama artistico romano della prima metà del XVIII secolo, e lontano da questo gusto antico richiesto dalla sua attività principale, quella di restauratore di opere antiche.