Attribuito a Francesco Vanni
(Siena, 1563 - 1610)
RIPOSO DALLA FUGA IN EGITTO, detta anche MADONNA DELLA PAPPA
olio su tavola, cm 43x33,5
Attributed to Francesco Vanni
(Siena, 1563 - 1610)
THE REST ON THE FLIGHT INTO EGYPT, known as THE MADONNA DELLA PAPPA
oil on panel, 43x33.5 cm
Bibliografia di confronto
J. Marciani, S. Boorsch, Francesco Vanni. Art in Late Renaissance Siena, catalogo della mostra di Yale (University Art Gallery, 27 settembre 2013 – 5 gennaio 2014), New Haven, 2013, pp. 138-141, 146-150.
La cosiddetta Madonna della Pappa è probabilmente l’invenzione più nota e apprezzata del pittore senese Francesco Vanni, che, dopo la prematura scomparsa del padre, entrò nella bottega del patrigno Arcangelo Salimbeni, artista attivo principalmente a Siena. Il dipinto mostra la Sacra famiglia al riposo durante la fuga in Egitto, mentre un Angelo porta un piatto con la ‘pappa’ per il piccolo Gesù.
La tavola qui commentata è una versione pressoché identica, con alcune minime varianti nelle fronde dell’albero e nel paesaggio, a quella conservata presso l’University Art Gallery di Yale, New Haven (inv. No. 2003.22.1), datata indicativamente verso la fine del ‘500. È possibile che quest’opera sia stata dipinta per il cardinale Paolo Emilio Sfondrato, visto che, in un suo inventario postumo, è descritto “un quadro della Madonna, che da’ la pappa a n. S”. Sfondrato era a Siena nella primavera del 1599, motivo per il quale si propende per una datazione dell’opera proprio in quell’anno.
In ogni caso, considerata la fortuna della Madonna della Pappa di Vanni, è possibile che l’opera sia stata realizzata a Roma o conservata in una collezione in quella città dove sicuramente era più visibile anche ad altri artisti. D’altra parte, è noto che, grazie al sostegno di importanti ecclesiastici, quali Cesare Baronio e proprio Paolo Emilio Sfondrato, il Vanni soggiornò con profitto a Roma dove ancora sono conservate alcune sue opere. Tra queste si possono e citare, la tela raffigurante San Michele Arcangelo che calpesta Lucifero conservata presso la chiesa di San Gregorio Magno al Celio e gli affreschi nella cappella Capranica nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva.
Esistono due importanti incisioni tratte dal dipinto oggi a Yale. Una venne realizzata verso il 1600 circa dal fiammingo Cornelis Galle I (1576-1650) ed è conservata al Rijksmuseum di Amsterdam (inv. No. OB 6893) e la seconda da Raffaello Guidi (ca. 1561-1615), sempre verso l’inizio del Seicento, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York (donazione di Janice and Roger Oresman, inv. no. 2004.240).