Bottega di Federico Barocci, sec. XVII
ANNUNCIAZIONE
olio su tela, cm 31,5x41,5
Workshop of Federico Barocci, 17th century
THE ANNUNCIATION
oil on canvas, 31.5x41.5 cm
Bibliografia di riferimento
A.M. Ambrosini Massari, “… e si davano intieramente all’incantesimo baroccesco”. Note su allievi e seguaci di Federico Barocci”, in Nel segno di Barocci. Allievi e seguaci tra Marche, Umbria, Siena, a cura di A. M. Ambrosini, M. Cellini, Milano 2005, pp. 22-37.
Il dipinto è attribuito a Federico Barocci da un expertise di Roberto Longhi del 6 luglio 1962: “[…] non posso avere alcuna esitazione nel riconoscerla un’opera originale di Federico Barocci. Le sarà noto che, di una simile composizione, esiste il gran quadro della Pinacoteca Vaticana proveniente da Loreto e che il Barocci eseguì tra il 1582 e il 1584. Qui siamo evidentemente di fronte al piccolo modello per il dipinto maggiore; ma l’interessante è rivelare che anche le naturali varianti confermano l’autografia dell’artista. Qui per esempio il paesaggio che appare nel vano della finestra è completamente diverso da quello del dipinto Vaticano dove l’artista ha inserito la veduta del castello dei Montefeltro a Urbino. E, sempre nel suo modello, anche il gruppo di nuvole trapassate dal fulgore soprannaturale è assai più intimo che nell’opera vaticana e dimostra ancora una volta l’importanza che il Barocci rivestì per il Rubens giovane che, come sappiamo, visitò le Marche nel primo decennio del Seicento”.
Quando Longhi metteva in evidenza le differenze tra la nostra tela e quella conservata alla Pinacoteca Vaticana, traendone quindi le conseguenze che i due dipinti fossero direttamente collegati, non gli era ancora nota una serie di altre Annunciazioni, commentate da Anna Maria Ambrosini Massari nel 2005, ricondotte o alla bottega di Barocci stesso o ad alcuni artisti che “si davano intieramente all’incantesimo baroccesco”. D’altra parte, come scrive la stessa studiosa, “dentro quello studio [di Barocci] non doveva essere difficile imparare la delicata arte della copia, magari inserendo talora qualche variante o aggiustamento a seconda delle commissioni. La copia da prototipi del maestro era la base dell’attività della bottega”.
L’inedita tela qui commentata è dipinta con una raffinatezza e una qualità non comuni a molti altri dipinti con la medesima iconografia della serie sopracitata di ambito baroccesco.
Si ringrazia la professoressa Anna Maria Ambrosini Massari per averci aiutato nella lettura critica e storico-artistica dell'opera.