ARCADE I DIPINTI DAL SECOLO XVI AL XVIII E OPERE DALLA RACCOLTA DI ANTONIO PAOLUCCI

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Giovanni Martinelli

€ 10.000 / 15.000
Stima

Giovanni Martinelli

(Montevarchi, 1600 - Firenze, 1659)

GIOBBE RIMPROVERATO DALLA MOGLIE

olio su tela ottagonale, cm 114x84

 

JOB REPROCHED BY HIS WIFE

oil on octagonal canvas, 114x84 cm 

 

L'opera è accompagnata da un expertise di Federico Berti.

 

La sincronia perfetta tra gli espedienti pittorici del primo Barocco fiorentino e le suggestioni naturalistiche caravaggesche che si diffondevano a Roma in quel periodo, evoca senza dubbi la maestria di Giovanni Martinelli, pittore di rilievo del Seicento toscano.

Allievo di Iacopo Ligozzi, i suoi dipinti, dai tipici toni aranciati, mostrano naturalezza nella rappresentazione delle figure umane e un’armonica fusione di gestualità e plasticità dei corpi.

 

L’opera qui presentata potrebbe essere legata alla commissione di otto tele ottagonali raffiguranti scene dell’Antico Testamento, realizzate tra il 1645 e il 1646, da diversi pittori locali per Gabriello Zuti, confratello della Compagnia di San Benedetto Bianco.

La serie, ricostruita in occasione della mostra Il rigore e la grazia. La Compagnia di San Benedetto Bianco nel Seicento fiorentino (Galleria degli Uffizi, Firenze, 2015), include il Ripudio di Agar di Martinelli, ispirato all’episodio biblico della storia di Abramo.

Analizzando i documenti dell’Archivio Capitolare di San Lorenzo, Federico Berti ha rilevato che, secondo il contratto stipulato con l’artista, quest’ultimo avrebbe dovuto realizzare un dipinto ottagonale “entrovi Giobbe rimproverato dalla Moglie.

Lo studioso ipotizza quindi che l’attuale Ripudio di Agar sia stato commissionato a Martinelli successivamente e che la nostra opera potrebbe considerarsi come una prima versione, scartata a seguito di un cambiamento del programma iconografico.

 

La caratteristica figura femminile presente nei dipinti dell’artista, con le “collanine sottilissime dal movimento ondulato e gli stessi accordi cromatici delle vesti”, entra in contrapposizione con quella maschile sullo sfondo, ammantata e nascosta sotto un cappello. Quest'immagine è stata riconosciuta come l’unico autoritratto noto del pittore.

L'ipotesi è supportata dal confronto con un disegno settecentesco dell'artista scozzese John Brown, il quale riproduce una figura presente nell'affresco del Ritrovamento del corpo di Santa Cecilia, dipinto da Martinelli nel 1643 per la chiesa di Santa Cecilia in Piazza della Signora a Firenze (oggi distrutta).