Antonio Tempesta, detto il Tempestino
(Firenze, 1555 - Roma, 1630)
LA BATTAGLIA DI PUBLIO ORAZIO COCLITE
olio su tavola, cm 49x67
THE BATTLE OF PUBLIUS HORATIUS COCLES
oil on panel, 49x67 cm
Provenienza
Roma, collezione Peretti-Montaldo (?);
Roma, collezione Patrizi (1736).
Bibliografia
A. M. Pedrocchi, Le Stanze del Tesoriere. La quadreria patrizi: cultura senese nella storia del collezionismo del Seicento, Bergamo 2000, p. 299, n. 57;
F. Gatta, Dieci quadri di provenienza Peretti Montalto rintracciati nella collezione Patrizi Montoro: capolavori del primo ventennio del Seicento e un'ipotesi attributiva a Domenichino per la "Fuga delle Ninfe", in "Bollettino d'Arte", 94, 2009, 1, p. 63 e fig. 14; p. 75, nota 67;
F. Gatta, Alcuni inediti o poco noti dipinti a chiaroscuro di Antonio Tempesta dalle collezioni nobiliari romane del Seicento, in “Studi di Storia dell’Arte”, 31, 2020, p. 109, fig. 6; p. 117, nota 33.
Di forte impatto scenico, l’episodio narrato nella tela presentata si traduce in un equilibrato intreccio tra cavalli e cavalieri, tipico del repertorio di Antonio Tempesta. Dopo una prima formazione a Firenze con Santi di Tito, Tempesta inizia una collaborazione con Giovanni Stradano che ricopre sulla maturazione del suo linguaggio artistico un ruolo determinante. Verso il 1575 si sposta a Roma, cimentandosi nella realizzazione di affreschi in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, Antonio Tempesta esegue numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie, rappresentate con vigore e ricchezza di dettagli. Per la tela qui presentata, già ben nota alla critica, è stata proposta la provenienza dalla collezione Peretti-Montalto a Roma, ma, almeno dal 1736, il dipinto entrò a far parte delle raccolte della famiglia Patrizi nella stessa città.