Francesco Corneliani
(Milano, 1740 - 1815)
LA PACE BRUCIA LE ARMI
L'INNOCENZA TRIONFA SULLA PERFIDIA
coppia di dipinti, olio su tela, cm 207x149
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PEACE BURNING ARMS
INNOCENCE TRIUMPH ON PERFIDY
pair of paintings, oil on canvas, 207x149 cm
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Bibliografia di confronto
F. Mazzocca, Arte Neoclassica e Romantica e una raccolta di Trompe l’oeil, in "Finarte", Milano, 14-11-1990, nn. 53-54;
A. Morandotti, Francesco Corneliani (1742-1814): realtà e senso nella tradizione pittoresca lombarda, in “Nuovi Studi” 1, 1996, 2, pp. 73-103.
Ignorato dalle fonti coeve e ricordato con elogio solo a partire dalla seconda edizione del Dizionario del Ticozzi (1830) di poco successiva alla morte del pittore milanese, Francesco Corneliani è stato ricostruito nella sua persona pittorica grazie agli studi di Alessandro Morandotti che in ripetuti interventi inaugurati da un saggio del 1996 ne ha messo a fuoco la produzione destinata alla più raffinata committenza milanese. È appunto una serie di “succhi d’erba” – finti arazzi con scene riferite ai Vizi entro bordure vegetali e cartouches – eseguiti da Corneliani per la villa di campagna di Gabriele Verri e documentati grazie alla corrispondenza tra i figli, Pietro e Alessandro Verri, a inaugurare nel 1768 la fortunata carriera che lo vide protagonista nelle ville della aristocrazia lombarda, tra cui quella dei Borromeo a Cassano d’Adda, con una serie di tele sul tema dell’Amore del 1778, e quella dei Serbelloni a Tremezzo, decorata con affreschi e tele di soggetto mitologico. Di ignota provenienza è invece la serie di Stagioni preso l’Accademia di Belle Arti di Carrara (Morandotti 1996, figg. 133-36) stilisticamente databili nell’ultimo decennio del Settecento e da citare per l’immediato confronto dell’Inverno con i nostri dipinti, soprattutto nelle soluzioni luministiche adottate. Ancora più calzante quello con la coppia di allegorie - la Virtù insidiata dai Vizi e la Verità rivelata dal Tempo (Morandotti 1996, figg. 127-28) in asta alla Finarte di Milano il 14 novembre 1990, oggetto di una scheda di Fernando Mazzocca. Uguali per dimensioni alla coppia citata e a quella in asta da Christie’s a Milano il 25 novembre 2011 (lotto 66) le inedite tele qui presentate appartengono verosimilmente a uno stesso ciclo di cui si ignora al momento l’origine: oltre ai temi imperniati sul contrasto tra vizi e virtù, ne fanno fede la raffinata scelta cromatica tutta giocata sulle iridescenze dell’arancio e del rosa, sui toni perlacei degli incarnati e sui verdi digradanti nel grigio degli sfondi. Al culmine di una carriera che lo vide attivo anche come ritrattista, Francesco Corneliani conferma la sua originalissima posizione agli albori del Neoclassicismo, concludendo un percorso partito dal “barocchetto” di un Legnanino o di un Carlone (a cui, non a caso, era attribuito il bozzetto per la prima tela qui offerta) per anticipare, nei suoi anni estremi, la sensualità trattenuta del giovane Appiani.