Francesco Furini
(Firenze, 1603 - 1646)
TESTA FEMMINILE
olio su tela, cm 41,5x33,2
FEMALE HEAD
oil on canvas, 41.5x33.2 cm
Bibliografia
R. Spinelli, Una scheda per il primo tempo di Francesco Furini, in "Bollettino della Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato", n. 78, 2011, pp. 113-120.
L'opera è stata pubblicata da Riccardo Spinelli come Francesco Furini, si riportano alcuni estrattio dello studio.
"[...] Aggiungo un inedito in collezione privata, una tela con una Testa femminile ripresa di tre quarti, girata verso destra, taglita alle spalle, realizzata con parti abbozzate in velocità (quali il mantello rosso che copre le spalle e le sottostanti camicie, una gialla, più spessa, la seconda più leggera, di colore bianco; la stessa massa dei capelli) a fronte di altre - come il volto perfettamente ovale - condotte invece con gran cura e sensibilità nell'evidenza dei trapassi chiaroscurali e delle ombre, dolcemente spalmate sulla superficie e che si affossano sul collo, tra il labbro superiore e il naso, all'angolo dell'occhio sinistro, verso la tempia. Il carattere spedito con il quale sono realizzate le vesti e i capelli tramati di un nastrino rosso che ne definisce ritmicamente la massa mi portano a pensare che la tela possa essere una prova - qualcosa di più definito che non un bozzetto - per una composizione da sviluppare in grande: lo sguardo fiero e traverso, orientato verso il basso; l'incresparsi impercettibile della bocca vermiglia; la mobilità della chioma che sembra posarsi e ricomporsi dopo un'azione subitanea ben si sposerebbero ad un'eroina, forse una Giuditta che ha appena decapitato Oloferne e ne contempla dall'alto e di sottocchio la testa presentata ad Abra. [...] L'autografia della tela [a Furini] viene confermata da puntuali confronti, soprattutto dalla vicinanza morfologica della testa e dei lineamenti della giovane con quelli di Aurora nella tela di Ponce e di Santa Caterina d'Alessandria nel capolavoro degli Uffizi, per quanto la resa chiaroscurale più accarezzata, con l'epidermide intenerita dalla luce che impasta le superfici rendendole pulsanti, indirizzi la nostra eroina verso altre tele realizzate da Furini in quel periodo. [...] Tra queste, direi in una continuità cronologica e pittorica davvero esemplare, l'Angelo annunciante del dittico con l'Annunciazione in collezione privata fiorentina, presentato alla mostra di Palazzo Pitti e databile al secondo lustro del terzo decennio dei Seicento e il suo gemello a Milano in collezione Koelliker".