DIPINTI ANTICHI

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Giovan Francesco Penni
(Firenze, 1488 - Napoli, 1528)

Giovan Francesco Penni

€ 15.000 / 20.000
Stima

Giovan Francesco Penni

(Firenze, 1488 - Napoli, 1528)

ALLEGORIA DELLA BUONA SPERANZA

olio su tavola, cm 31x14

al retro, due cartellini cartacei: “OLD PICTURES /AND/ FAMILY PORTRAITS/ F[…] TION OF/ THE HOPE HEIRLOOMS”; “On FRIDAY, JULY 20, 1917”

 

THE ALLEGORY OF GOOD HOPE

oil on panel, 31x14 cm

on the reverse, two paper label: “OLD PICTURES /AND/ FAMILY PORTRAITS/ F[…] TION OF/ THE HOPE HEIRLOOMS”; “On FRIDAY, JULY 20, 1917”

 

Provenienza

Roma, Palazzo Borghese di Ripetta, collezione Scipione Borghese (1577-1633)

Roma, Villa Borghese (1650)

Londra, collezione di William Young Ottley (1798-1799)

Londra, collezione di William Beckford e Walsh Porter

Londra, asta Christie's, 1810

Londra, collezione di Thomas Hope (1811)

Londra, collezione di Lord Francis Pelham-Clinton-Hope (1866-1941)

Londra, asta Christie's, 20 luglio 1917, lotto 112

Londra, asta Christie's, Old Master Pictures, 22 aprile 2005, lotto 62

 

Bibliografia

G. Manilli, Villa Borghese fuori di Porta Pinciana, Roma 1650, p. 111;

F. W. B. Von Ramdohr, Ueber Mahlerei Und Bildhauerarbeit. In Rim, Fur Liebhaber Des Schonen In Der Kunst, I, 1787, p. 292;

J. D. Passavant, Raphael d'Urbin et son père Giovanni Santi, II, 1860, p. 352;

P. Della Pergola, L'inventario Borghese del 1693, 2, in "Arte Antica e Moderna", 1964, p. 461, n. 392;

R. Wiecker, Wilhelm Heinses Beschreibung römischer Kunstschätze, Kopenhagen 1977, p. 34;

S. Béguin, A propos d'un dessin de l'Ermitage, in Scritti di storia dell'arte in onore di Federico Zeri, 1, a cura di F. Porzio, M. Natale, Milano 1984, p. 407-411;

M. Minozzi, Note sui dipinti di Raffaello nella collezione Borghese, in Raffaello da Firenze a Roma. Catalogo della mostra, a cura di A. Coliva, (Roma, Galleria Borghese, 19 maggio - 27 agosto 2006), Roma 2006, pp. 104-105;

D. Love, Gianfrancesco Penni. Designs for overlooked panel paintings, in Late Raphael, a cura di M. Faromir, Madrid 2013, pp. 136-149;

M. Minozzi, in Rinascimento segreto. Catalogo della mostra, (Urbino, Palazzo Ducale, 13 aprile - 1° settembre 2017), Santarcangelo di Romagna 2017, pp. 84-85.

 

Si riportano alcuni estratti della scheda di Marina Minozzi in occasione della mostra Rinascimento segreto del 2017.

“La piccola tavola centinata, riapparsa nel 2005 sul mercato antiquario, faceva parte della collezione del cardinale Scipione Borghese, dove risulta documentata in un inventario riconducibile al terzo decennio del Seicento. Nella ‘Galleria dell’Appartamento di mezzo’ del Palazzo Borghese di Ripetta, è infatti descritto ‘Un quadro del ritratto d’una donna in piede con un fiore in mano tondo di sopra cornice negra, alto 1 ¼ largo 3/4. Raffael in tavola’. Il piccolo dipinto vi compare, come anche nei successivi inventari, in pendant con un altro, sempre attribuito a Raffaello, di identiche misure e formato ‘Un quadro tondo di sopra con la Madonna, il Figliolo, e san Giovannino, alto 1 1/3 largo ¾ cornice negra. Raffael in tavola’, soggetto, quest’ultimo, inteso in modo palesemente erroneo dall’estensore dell’inventario se, come i passaggi della vicenda collezionistica sembrano aver confermato, in esso è piuttosto da individuare una figura femminile stante con due bambini al seno, ovvero la personificazione della Carità, o, nell’accezione antica, di Latona con in braccio i figli Apollo e Diana. Accanto alla coppia di dipinti si trovavano due opere di carattere allegorico da sempre riconosciute tra i capolavori del giovane Raffaello, il Sogno del Cavaliere (Londra, National Gallery) e le Tre Grazie (Chantilly, Musée Condé). Nel 1650 le due tavole sono descritte a Villa Borghese da Giacomo Manilli, collocate in uno dei ‘camerini’ dell’appartamento a mezzogiorno al secondo piano della Palazzina Pinciana, adibite ‘apposta per la comodità del Principe Padrone del luogo per potervisi ritirare’; un luogo di riposo, visto che nella Villa non si pernottava, caratterizzato dalla presenza di ‘quadri piccoli’ ma preziosissimi, tra i quali erano elencati, oltre a quelli già citati, anche la celebre Santa Caterina di Raffaello (Londra, National Gallery). Nel 1693 ritroviamo le due opere ancora appaiate (Della Pergola 1964) e nuovamente collocate al Palazzo di Ripetta, dove sono documentate almeno fino al 1787, quando Friedrich von Ramdohr le descrive ai lati del Sogno del cavaliere, attribuendole per la prima volta al Fattore, soprannome di Giovan Francesco Penni, così come più tardi farà Passavant (1860).  A seguito della vendita susseguitosi tra il 1797 e il 1798 sotto la pressione generata dalla discesa napoleonica in Italia, le due tavole furono acquistate a Roma nel 1798 da William Young Ottley e da lui rivendute a Londra nel 1799, presentate nel catalogo come provenienti da Palazzo Borghese e con attribuzione ancora a Raffaello ma descritte l’una come Fanciulla danzante, l’altra come la Carità (Getty Provenance Index, lot 16-17, Sale catalog Br-A2389). Passate successivamente per la proprietà di William Beckford e Walsh Porter, è nel catalogo Christie’s del 1810 che il soggetto dell’opera in esame viene per la prima volta descritto come personificazione della Speranza. […] L’anno successivo la Speranza è nella collezione di Thomas Hope, dove resterà fino al 1917 (Christie’s, 20 luglio 1917, l. 112). Al dipinto sono riferiti due disegni, entrambi raffiguranti la sola figura priva del delicato paesaggio di fondo, l’uno in collezione privata attribuito a Penni (Love 2013), su carta bruna con leggera quadrettatura, l’altro nelle collezioni reali di Windsor, ritenuto una possibile replica autografa, dal contorno più netto e con segno di incisione (Popham 1949)”.