Giovanni Battista Carlone
(Genova, 1603 - 1683/1684)
PUTTI GIOCANO CON LE BOLLE DI SAPONE
olio su tela, cm 78x94
PUTTI PLAYING WITH SOAP BUBBLES
oil on canvas, 78x94 cm
Bibliografia
Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti, pittori, catalogo della mostra, a cura di A. Orlando (Genova, Palazzo della Meridiana, 14 febbraio - 24 giugno 2019), Genova 2019, pp. 252, 255.
La tela presenta una raffigurazione piuttosto rara. Si tratta di tre putti che giocano con le bolle di sapone. Una tale iconografia è riconosciuta come un’allegoria della vanità, in quanto la bolla era simbolo dell'effimero ed era allusiva della vacuità della vita. Una suddetta interpretazione si evince nel dittico latino di Marco Terenzio Varrone: “quod, ut dicitur, si est home bulle, eo magis senex” (De Rustica, 1,1-7). Il poeta accosta l’uomo ad una bolla di sapone, come avvenne anche, in senso moralistico, in epoca rinascimentale con Erasmo da Rotterdam e poi, successivamente, nell’ambiente romano che ruotava intorno a Cassiano del Pozzo nella prima metà del Seicento. Ed è proprio in questo momento che fioriscono immagini di putti intenti a soffiare per creare bolle di sapone, ma il caso qui presentato è davvero unico. L’opera è stata pubblicata da Anna Orlando come Giovanni Battista Carlone (1603-1683/1684), uno dei pittori più importanti tra quelli attivi a Genova nel Seicento. Per la studiosa si tratta di un’opera da datarsi intorno al 1640 circa, ovvero subito a ridosso del suo soggiorno milanese avvenuto nei primi anni Trenta, in stretto rapporto con il Sacrificio di Isacco già Koelliker e un San Gerolamo di collezione privata. Infatti, nella tela qui presentata “il naturalismo domina sulla componente barocca che prenderà l’avvento qualche anno dopo, con il recupero, soprattutto, del chiassoso colorismo di matrice rubensiana” (Orlando 2019, p. 252).