Lorenzo da Viterbo e bottega
(attivo in Lazio nella seconda metà del XV secolo)
MADONNA CON BAMBINO
tempera su tavola, cm 98x37
iscritto in basso a sinistra: "SVA [...]LA ALF[...] O [...]"; datato in basso a destra: "M CCCC [...] 7[...]"
MADONNA WITH CHILD
tempera on panel, 98x37 cm
inscribed at lower left: "SVA [...]LA ALF[...] O [...]"; dated at lower right: "M CCCC [...] 7[...]"
Provenienza
Roma, collezione privata
Bergamo, mercato antiquario
Collezione privata
Il dipinto cuspidato presenta una Madonna assisa su un trono che tiene tra le braccia il Bambino. Il trono è completamente coperto da un elegante tessuto rosso imitante il velluto con decorazioni vegetali e floreali. Si tratta sicuramente dello scomparto centrale di un trittico o di un polittico di medie dimensioni: sul retro sono ancora visibili le tracce di due traverse orizzontali. Roberto Longhi attribuiva l'opera a Lorenzo da Viterbo (come si evince da una nota sul retro di una fotografia), mentre come 'Lorenzo da Viterbo e bottega' venne catalogata da Federico Zeri che aveva rintracciato anche altri due scomparti provenienti dal medesimo complesso. Un Sant'Agostino (85,1x43,3 cm) passato da Christie's a Londra il 26 giugno 1970 come Lorenzo d'Alessandro e un San Giorgio che uccide il drago (86x33 cm) a Sotheby's a Londra l'anno prima con la medesima attribuzione al pittore marchigiano.
L'attribuzione in favore di Lorenzo d'Alessandro va respinta, come opportunamente avevano fatto sia Longhi che Zeri, rivolgendo lo sguardo verso l'area laziale e, in particolare, a Lorenzo da Viterbo, pittore di cui entrambi gli studiosi si occuparono. Zeri conservava anche una fotografia di datazione imprecisata in cui il trittico si presentava ancora riunito. Nel retro di questa foto, con una nota manoscritta, metteva in relazione l'opera con gli sportelli con le Storie di Sant'Egidio nel Duomo di Orte (Viterbo). L'autore di questa Madonna con Bambino mostra diversi legami con Lorenzo da Viterbo, pittore di squisita qualità di cui però si conservano pochissime opere. I due scomparti laterali sanciscono il rapporto molto stretto con il pittore laziale. I corpi ben torniti e bagnati da una luce cristallina rimandano a Lorenzo ma evocano anche la pittura abruzzese intorno ad Andrea Delitio; quindi, è possibile che si tratti di un'opera da leggere trasversalmente all'interno dei movimenti artistici appenninici tra Lazio e Abruzzo che vede in Lorenzo da Viterbo uno dei protagonisti.
Per quanto riguarda la datazione frammentaria in basso, ci sono pochi dubbi che si debba leggere come 14..7, ma prima del '7' non è facile capire quale numero ci sia. Si intravede una linea nera bombata che fa sospettare in un 6 o in un 8.