DIPINTI ANTICHI

17

Vincent Malo
(Cambrai, 1602 - Roma, 1644)

Vincent Malò

€ 20.000 / 30.000
Stima

Vincent Malò

(Cambrai, 1602/1606 - Roma,1644)

LA FIGLIA DI JEFTE

olio su tela, cm 240x296

 

THE DAUGHTER OF JEPHTHAH

oil on canvas, 240x296 cm

 

L’opera è accompagnata da un expertise di Camillo Manzitti che riportiamo qui integralmente.

“Il soggiorno genovese dei due grandi pittori fiamminghi del secolo, Rubens e Van Dyck, breve quello del primo, protrattosi per circa un quinquennio (1621-1626) quello del secondo, aveva suscitato grandi entusiasmi nell’ambiente genovese e conseguenti rimpianti dopo la loro partenza. Formatosi assieme a Van Dyck nella bottega di Rubens, probabilmente stimolato ad intraprendere quel viaggio dal racconto del condiscepolo sul grande successo riscosso dalla sua arte presso i genovesi, intorno al 1634 giunse a Genova Vincent Malò (Cambrai 1605 c. -Roma 1650 c.). Malgrado la carenza di notizie storiche sulla sua vita, si può ritenere che l’attività genovese del Malò debba essere stata di lunga durata se, oltre al notevole numero di opere che di lui si trovano sul territorio, Raffele Soprani lo riferisce maestro di Anton Maria Vassallo. Sta di fatto che il pittore, soprattutto nei primi anni del suo lungo soggiorno ligure, alloggiando, come già il suo illustre predecessore, presso Cornelio De Wael, si dedicò ad assecondare i desideri dei committenti locali con l’esecuzione di opere che s’ispiravano ai modi di Rubens e Van Dyck, aggiungendo fondamentali testimonianze alla divulgazione di quella pittura che caratterizzò con la sua influenza gran parte della vicenda artistica del Seicento. La raffigurazione di un episodio legato al drammatico racconto biblico della Figlia di Jefte, qui riprodotto è sicuramente da annoverare tra i massimi capolavori del Malò, in un felice compendio che coniuga l’opulenza esuberante delle forme rubensiane, con la ricerca d’eleganza e raffinatezza vandichiana, espressa soprattutto nella cura posta all’esecuzione dei ricchi e fruscianti drappeggi delle seriche vesti”.