Nella ricca selezione di dipinti e sculture realizzati lungo tutto il ‘900 da artisti d’importanza internazionale e nazionale, che caratterizza il catalogo della vendita del 22 giugno, spicca uno strepitoso e pluri-pubblicato dipinto del 1957, di Renato Guttuso, ARANCETO.
Il dipinto che è in catalogo con la richiesta di 80.000/120.000 euro, è costruito sull’intreccio dei tronchi scuri degli alberi che creano una trama in cui le vigorose pennellate delle foglie verdi si dispongono creando un ritmo, i gialli rimandano al sole e ai frutti che spiccano tra i rami, i rossi della terra si condensano creando variazioni e giochi di luce generando un sapiente gioco di modulazione cromatica. Questo dipinto è una celebrazione della sua terra natia, la Sicilia e i suoi classici aranceti, ma più in generale della Madre Terra, che elogia attraverso la raffigurazione della natura viva e rigogliosa. Il noto critico Crispolti scrisse che Guttuso, nella seconda metà degli anni cinquanta passa da un Realismo sociale a un Realismo esistenziale, inteso come: implicazione di oggetti, cose, figure umane, ambienti interni o esterni urbani, strade, paesaggi, in una contingenza di prossimità di vissuto, di materialità, in un’immediatezza vitale che scavalca ogni pregiudizio.
“La grande tela dell’Aranceto (1957) può far pensare alle pareti vegetali, ai rovi e agli spaccati di rocce del Morlotti ‘ultimo naturalista’; ma solo come indicazione del polo opposto di una possibile pittura della natura. Quel che in Morlotti è aspirazione alla natura di un crepuscolare geniale… in Guttuso è certezza e felicità oggettiva, è ritorno alla terra, alle stagioni, ai frutti di un’Italia che Neruda chiamerebbe ‘utero verde’…”
(Dario Micacchi, “L’Unità”, Roma, 8.3.1957)