Un mese concretamente intenso e ricco di aspettative, a fronte di ottime proposte, quello che Pandolfini si appresta a vivere a maggio; ben sette sono le vendite in calendario divise in due blocchi organici e omogenei per tipologie e tematiche.
Dopo le due vendite dedicate alla pittura nella prima metà del mese, gli ultimi due giorni vedono in scena una cinquina di aste dallo spiccato sapore collezionistico, che fanno della perizia tecnica e della preziosità dei materiali le loro caratteristiche fondamentali.
Così si passa dalla numismatica agli argenti, ai gioielli e agli orologi passando per l’estroso e affascinante catalogo di Objet de vertu senza soluzione di continuità, una figura letteraria che mai come in questa occasione è anche reale, infatti dal 26 al 29 maggio le sale di Palazzo Ramirez-Montalvo ospiteranno l’esposizione di tutte e cinque le vendite.
Il 30 maggio saranno esitati i circa 180 lotti selezionati da Roberto Dabbene con Chiara Sabbadini Sodi per dar corpo a un catalogo di Argenti italiani e europei pronto a ottenere l’accoglienza favorevole e il buon esito di quelli appena precedenti partendo da alcune belle caffettiere, che si confida catalizzeranno l’attenzione e l‘interesse dei collezionisti come avvenne per la collezione di caffettiere presentate lo scorso novembre. Tra le altre in catalogo: una milanese, stimata 2.500/3.500 euro ed eseguita dall’argentiere Gaetano Coppa intorno al 1825, che si distingue per l’eleganza della forma e dei decori risolti con sottili cornici di motivi neoclassici, e una genovese del 1819, caratterizzata dalle grandi foglie d’acanto con cui i tre sostegni s’innestano al corpo globulare, la cui stima è di 2.500/3.500 euro.
Un altro nucleo interessante sarà composto dai lotti che propongono una serie di egoiste, piccole caffettiere, cioccolatiere e teiere, che riprendono le forme e i decori delle sorelle maggiori, ma sono destinate all’uso di una al massimo due persone.
È, invece, di dimensioni convenzionali la zuccheriera, Torino 1780, che reca i bolli del saggiatore Francesco Pagliani, a catalogo per 2.000/2.500 euro, il cui unico decoro è la presa in forma di carnoso bocciolo poggiato su una corona di foglie, riproposte nei quattro corti piedini.
Evidenza, in questo breve sunto, merita anche la coppia di candelieri bolognesi realizzati dall’argentiere Bonaventura Gambari riconoscibile, e diversamente non poteva essere, nel suo bollo di zecca che raffigura un gambero. Caratterizzati da un decoro neoclassico, tipico nel corpo scanalato come nelle foglie d’acqua che ornano la base gradinata, sono in catalogo con la stima di 2.500/3.500 euro.
Un excursus che non si può chiudere senza parlare di uno tra i lotti più interessanti, un rinfrescatoio per bicchieri, realizzato nel 1706 dell’argentiere inglese Isaac Dighton. Per quanto sia una tipologia poco diffusa, perché il suo uso si circoscrive principalmente alle nobili famiglie di Sei e Settecento, un rinfrescatoio londinese del 1686 da Pandolfini ha registrato un importante successo nell’ottobre del 2014 alla prima asta Capolavori da Collezioni Italiane.
Il rinfrescatoio di maggio, la cui stima è di 5.000/7.000 euro, proviene da una principesca famiglia romana dove giunse dopo essere stato di proprietà di Robert Allan FitzGerald, uno dei più illustri giocatori inglesi di cricket di tutto l’Ottocento, cui fu donato dai genitori, com’è chiaramente leggibile nella dedica incisa sotto alla base; anche lo stemma con il motto di Crom Castle, che caratterizza la decorazione, fa riferimento a uno dei rami della famiglia FitzGerald che per matrimonio, nel corso dei suoi diversi secoli di storia, entrò in possesso del castello e dello stemma.