Dal rinascimento al primo ‘900 percorso attraverso cinque secoli di pittura

Le due aste dedicate ai dipinti, spostate all’inizio dell’estate nella riformulazione del calendario del primo semestre, sono state riunite in un unico catalogo diviso in due sessioni distinte, Dipinti Antichi e Dipinti del XIX secolo, che verrà battuto il 1 luglio in sede a Firenze: un viaggio lungo cinque secoli di storia della pittura italiana e internazionale.

Il catalogo si apre con gli “Antichi”, una cinquantina di opere che vanno dal primo Rinascimento alle soglie del Neoclassicismo, per proseguire con le 23 opere presentate dal dipartimento dei Dipinti del XIX secolo.

Entrambe le sessioni presentano opere di grande qualità e d’interesse sia per il pubblico italiano che per quello internazionale.

 

Tra i segreti sussurrati tra i Capi Dipartimento di “lungo corso” c’è anche quello per cui il primo quadro arrivato dà il tono all’asta che verrà: un’innocente superstizione, spesso fonte di pratiche scaramantiche, puntualmente avveratasi anche questa volta quando la precoce acquisizione del Baciamano di Pietro Longhi, una scena di vita alto borghese  valutata 40.000/60.000 euro (la cui piena comprensione richiederebbe oggi uno studio sociologico), è stata seguita da altri piccoli capolavori del Settecento veneziano.

Tra questi, due opere di figura di Francesco Zuccarelli inconsuete nel soggetto e di raffinatissima esecuzione: Venere nella fucina di Vulcano, un raro soggetto mitologico, e Macbeth e le streghe, curiosa prova di un tema shakespeariano realizzata durante il soggiorno inglese dell’artista; dipinte a olio, una su tela e una su tavola, sono in catalogo con la stima di 12.000/18.000 euro ciascuna.

Al Settecento di scuola veneziana appartengono anche il bel Paesaggio al tramonto di Marco Ricci, un olio su tela di buone dimensioni e ampiamente pubblicato la cui stima è di 18.000/24.000 euro e, ultima acquisizione, un raffinato “modello” di Jacopo Amigoni, documento prezioso della sua attività alla corte di Madrid tra il 1747 e il 1752. Il ritratto di Ferdinando VI di Borbone e Barbara di Braganza circondati dalla corte e incoronati dalla Fama è, oggi, l’unico ricordo visivo del grande dipinto eseguito dal pittore veneziano per il palazzo reale del Buen Retiro, andato distrutto come la maggior parte delle opere che lo arredavano. Del dipinto, inserito in catalogo con la stima di 40.000/60.000 euro, se ne aveva memoria, fino a questo momento, solo grazie a un’incisione di Charles-Joseph Flipart, che ha consentito di decifrare il soggetto e riconoscerne i protagonisti. Una didascalia non originale identifica, tra i musici sullo sfondo, il compositore Domenico Scarlatti e il celebre Farinelli, ritratto da Jacopo Amigoni in molteplici occasioni e forse artefice dell’invito dell’artista alla corte spagnola.

Ancora in catalogo i ritratti di alcuni personaggi illustri che si snodano lungo l’intero arco del secolo: il ritratto del cardinale Giuseppe Renato Imperiali, raffinato collezionista e protettore di artisti, raffigurato intorno al 1710 da un pittore romano ancora da precisare, è offerto a 6.000/8.000 euro, poco di più è la stima dell’Autoritratto eseguito dal giovane pittore Bernardino Nocchi alla vigilia della partenza per Roma dalla natìa Lucca, mentre 12.000/18.000 euro è la richiesta per il ritratto a olio su rame del ben più noto Annibale Albani, nipote di Clemente XI, eseguito nel 1712 da Pier Leone Ghezzi.

Tra le opere proposte da Pandolfini spicca, anche per le importanti dimensioni, la Battaglia di cavalieri antichi, prima opera nota di Luca Giordano appena diciassettenne, che non esita però, per pura civetteria, a dichiararsi di soli quindici anni nel cartiglio che riporta la sua firma e la data del 1651. Documentato da una fonte coeva oltre che dalla moderna bibliografia, sarà in catalogo con la stima di 70.000/100.000 euro.

Appartiene alla corrente del caravaggismo lombardo la Maddalena al sepolcro, un olio su tela stimato 40.000/60.000, riferibile all’ambito di Giuseppe Vermiglio, ricordiamo, invece, tra le curiosità una replica antica del cosiddetto Mangiafagioli di Annibale Carracci, ormai assurto a icona della cucina italiana. Proveniente dall’importante collezione di Luigi Salerno, raffinato studioso del Seicento italiano, sarà in catalogo con la stima di 15.000/20.000 euro.

L’opera più rilevante in catalogo, non a caso dichiarata di particolare interesse storico-artistico dal Ministero dei Beni Artistici e Storici, è la tavola di Antonio Pirri, autore rarissimo di probabile origine bolognese documentato a Napoli all’inizio del Cinquecento: smagliante nei colori e nell’oro, la Presentazione al Tempio sarà offerta con una stima di 30.000/50.000 euro.

 

Si passa all’Ottocento con un dipinto dell’artista belga Piet Jan Van Der Oudera, firmato e datato Anversa 1880, che presenta una scena ambientata nel XVI, En route pour le supplice (Anvers le 12 février 1555). La storia a cui fa riferimento il dipinto era stata pubblicata da Génard proprio nel 1880 e racconta la vicenda di una donna viennese, Marguerite Hartstein, che era stata condannata al rogo dopo aver ucciso nel febbraio del 1555 il suo aggressore, il medico spagnolo Hieronymus Abanzo. Il grande dipinto, magistralmente eseguito nella ricchezza del dettaglio e nella sapiente stesura pittorica ha una stima di 40.000/60.0000 euro.

Il catalogo presenta poi alcuni dei paesaggisti romantici italiani di primo ‘800, tra questi Giuseppe Canella presente con una bellissima veduta di Verona, I mulini di Santa Anastasia da Regaste Redentore, e uno scorcio di Venezia, Notturno in piazzetta San Marco. Due dipinti a olio su tela, il primo firmato, che sono in catalogo rispettivamente a  45.000/65.000 e 25.00/35.000 euro.

Molto interessante è Veduta del teatro della Scala dalla Corsia del Giardino un bozzetto di Angelo Inganni, che presenta con freschezza stilistica uno scorcio di vita cittadina meneghina in un impianto compositivo originale, per il quale sono richiesti 40.000/60.000 euro. Torniamo a una scena notturna, ma in questo caso campana, probabilmente realizzata durante il suo soggiorno napoletano del 1933 da Ippolito Caffi: Uscita del santo Patrono un olio su cartoncino che ha una stima di 7.000/9.000 euro.

Tra le opere più interessanti del catalogo vi è il dipinto I Novellieri, un olio su tela di Luigi Conconi offerto a 20.000/30.000 euro; databile tra il 1890 -1895, il dipinto costituisce uno dei migliori esempi del ciclo fiabesco legato all’ambito delle storie medievali di Giovani Boccaccio.

Nel percorso stilistico ottocentesco non poteva mancare uno dei protagonisti del periodo, Antonio Mancini, di lui Pandolfini presenta uno dei soggetti che lo identificano maggiormente, Testa di bambino sorridente. L’olio su tela firmato, che ritrae il figlio dei cugini dell’artista Telemaco Ruggeri, ha una valutazione è 25.000/35.000 euro. L’opera è appartenuta a Samule van Houten, cognato di Mesdag, mecenate olandese di Mancini, per poi passare nella raccolta dei banchieri e noti collezionisti milanesi Pisa e Della Torre dove rimase sino alla vendita della raccolta alla Galleria Pesaro nel 1934.

In catalogo anche opere di artisti russi quali Alessio Issupoff, presente con due dipinti già collezione Troubetskoy, Corsa con la slitta e Cavalli all’abbeveratoio, entrambi stimati 15.000/20.000 euro, e due vivi ritratti di contadina del pittore Aleksandr Alekseevich Buchkuri, che hanno partecipato alla XI Biennale di Venezia  nel 1914.

Seguono opere di artisti toscani quali, Angiolo Tommasi, Ruggero Panerai e Plinio Nomellini.

Il percorso artistico si chiude con due bellissime nature morte a olio su tela, una di Galileo Chini, Natura morta con crisantemi firmata e datata ‘32, e una di Mario Cavaglieri, Nature morte aux pommes, firmata e datata 1955, che sono in catalogo rispettivamente per 25.000/35.000 e 5.000/8.000 euro.