Lo scorso 26 ottobre, con la vendita della collezione dell’antiquario Mauro Berti, Pandolfini ha aggiunto un nuovo anello alla felice serie di vendite di maioliche rinascimentali con l’aggiudicazione anche a nuovi collezionisti e investitori internazionali di opere di grande qualità e valore storico, tasselli importanti di un collezionismo colto e raffinato.
L’accurata selezione di opere, alcune appartenenti a pieno titolo alla storia della maiolica italiana, con i loro risultati - 75% di lotti venduti per il 148% delle stime pre-asta - hanno dato importanti indicazioni sulle tendenze attuali del mercato, in ragione delle quali si deve obbligatoriamente partire da Montelupo fiorentino per sottolineare l’esito assai lusinghiero dei lotti proposti a partire dai quattro orcioli offerti in tre lotti distinti: la COPPIA DI ORCIOLI del 1620 circa decorata in policromia a raffaellesche, che partiva da una stima minima di 12.000 euro, ha chiuso la sua combattuta gara a 73.080 euro (lotto 56), ugualmente sorprendente l’esito della competizione dell’ORCIOLO con anse a drago, come i precedenti, decorato in policromia con lo stemma francescano all’interno di una ghirlanda di foglie e fiori, che è stato combattuto fino a chiudere a 42.840 euro (lotto 57); mentre è passato di mano a 16.380 euro l’ORCIOLO decorato con una grande ghirlanda su fondo a risparmio (lotto 3).
Anche i piatti montelupini confermano l’interesse dei collezionisti per la produzione toscana: è il caso di un PIATTO del 1570-75, smaltato anche su retro e dipinto al recto in piena superfice con l’episodio mitologico in cui la ninfa Callisto viene tramutata in orsa, che ha compiuto un vero exploit chiudendo una gara combattuta a 47.880 euro (lotto 47). Ancora per Montelupo ricordiamo le belle aggiudicazioni di una COPPIA DI ALBARELLI (lotto 2), un PIATTO con scena allegorica (lotto 48), poi un unicum nel suo genere, un BOCCALE o quartone peculiare alla tradizione del “figurato tardo” di Montelupo (lotto 49), ed infine una COPPA CENTROTAVOLA riempita di frutta e ortaggi (lotto 50).
In tema di produzione toscana si deve ricordare l’ottimo risultato di 45.360 euro della COPPIA DI VASI in terracotta invetriata d’azzurro ceruleo realizzati nel 1515/1520 circa da Giovanni della Robbia (lotto 6).
Tra i pezzi che fanno parte della storia della ceramica va annoverato lo splendido PIATTO DA POMPA con la scena di Muzio Scevola, opera principe dal pittore derutese Giacomo Mancini detto “il frate”, che è in una nuova collezione per 27.720 euro (lotto 33). Con il piatto di Mancini vanno segnalati i PIATTI DA PARATA derutesi decorati uno a lustro con Giulio Cesare e uno in policromia con San Francesco che riceve le stigmate, che sono passati di mano rispettivamente a 10.080 e 6.300 euro (lotti 15 e 31).
Da Deruta a Urbino per segnalare le performance in linea con il trend di mercato di TRE PIATTI ISTORIATI decorati in policromia uno con Orfeo che incanta gli animali e uno con l’etereo concilio degli dei, entrambi usciti dalla bottega di Guido Durantino e aggiudicati a 13.860 e 22.680 euro (lotti 35 e 39), mentre risale alla produzione di Guido da Merlino il TONDINO con “I Fiumi” che secondo l’iconografia classica riversano le acque da anfore rovesciate, che è stato battuto fino a 18.900 euro (lotto 22).
In crescita dopo un periodo di ripensamento le maioliche cinquecentesche di Venezia, segnali di ripresa Pandolfini li aveva già registrati nell’asta “Arte a Venezia” dello scorso mese di settembre quando i tre vasi in catalogo sono stati battuti con successo, un trend positivo che ha avuto conferma nell’aggiudicazione di tutti i lotti presentati in questo catalogo, in particolare il GRANDE VASO A BOCCIA del 1570 circa realizzato da Mastro Domenico e collaboratori che ha quintuplicato la richiesta chiudendo a 20.160 euro (lotto 41).