L’asta del 17 aprile, che propone un’accurata selezione di cornici italiane e non solo dal Rinascimento all’Ottocento, è una stuzzicante occasione per collezionisti e mercanti alla continua ricerca “dell’ornamento” adatto per i propri dipinti.
Dato per scontato l’abbinamento ai dipinti antichi per i quali venivano appositamente commissionate, le cornici antiche oggi vivono di vita propria e sono considerate un’importante atout artistica anche in abbinamento ai dipinti moderni e contemporanei.
I circa 150 esemplari in catalogo, tutti in perfetto stato di conservazione, permettono di documentare questa particolare e importante produzione artistica, talvolta ingiustamente considerata minore, nelle sue diverse declinazioni regionali italiane e nel resto d’Europa, lungo un arco temporale che va dal fastoso Rinascimento al misurato Ottocento.
Filo conduttore dell’intero catalogo è l’oro con tutte le sue sfumate dovute a diversi boli, ma non mancano realizzazioni giocate in contrasto con il nero, ed altre interessanti con lacche policrome.
Nell’imbarazzo partiamo da uno dei modelli più conosciuti e ambiti, una cornice di tipo Sansovino realizzata a Venezia nel XVI secolo in legno laccato, dorato, intagliato e parzialmente scolpito a giorno con cornici ad archi, volute, foglie e mezze foglie, oltre a volti di cherubini alati agli angoli, un mascherone al centro inferiore e un putto con copricapo a quello superiore. La cornice, in catalogo con la valutazione di 5.000/7.000 euro, è un bellissimo esempio di questa tipologia dovuta all’illustre architetto e scultore Jacopo Tatti detto il Sansovino. Fiorentino di nascita, romano di formazione, divenne veneziano d’adozione e protagonista del rinnovamento architettonico nella città introducendo il classicismo romano nelle eleganti architetture venete e integrando armonicamente lo stile monumentale del Manierismo con il gusto per l’ornato minuzioso. Uno stile che dalle incorniciature dei soffitti nel Palazzo dei Dogi, nelle chiese di Venezia e nei soffitti nel Palazzo di Fontainebleau, influenza anche questa inconfondibile tipologia di cornice dove le robuste volute simmetriche si ornano di nastri e, nelle elaborazioni più complesse, di cariatidi, putti e ghirlande di fiori.
Mentre 1.800/2.500 euro è la stima di un’altra cornice veneziana del XVI secolo giocata sul contrasto tra la doratura delle gole dritte e rovesce e la laccatura in rosso pompeiano della fascia centrale leggermente bombata e decorata con un motivo geometrico.
Restiamo nell’Italia settentrionale con una bella cornice creata nel corso del XVII secolo decorata da una fascia intagliata con un motivo di frutti e foglie arricchito da fiori e foglie d’acanto, il tutto tra cornici interne a perline e archetti ed esterne a nastro ritorto; interamente dorata a guazzo in oro zecchino la cornice è in catalogo per la cifra di 1.3000/1.800 euro.
Ricca nei decori e brillante nel contrasto tra oro e laccatura nera è la cornice emiliana del XVII secolo in catalogo con la stima di 2.000/3.000 euro. Tra i profili interno ed esterno entrambi a nastro fogliaceo, la cornice presenta i lati decorati al centro da grandi fiocchi fermati da fiori stilizzati e gli angoli da foglie aperte.
Un gioco di grande misura tra nero e oro anche per la cornice senese del XVII secolo che presenta una battuta liscia con profilo di perline, la sagoma a cassetta è decorata in oro su nero con eleganti motivi di racemi vegetali mentre sul profilo esterno rilevato si alternano fasce nero e oro a formare una quadrettatura. La valutazione di questo lotto è 2.500/3.500 euro.
Restiamo in Toscana nel XVII secolo con una cornice in legno ebanizzato dal profilo sottile che presenta raffinati decori dorati in forma di racemi fogliacei al centro dei lati e agli angoli, la stima è di 1.500/2.500 euro.
Solo oro per la cornice creata agli inizi del XVII secolo nell’Italia centrale decorata a motivi fogliacei su fondo bulinato all’interno di profili a nastro, inserita in catalogo con la valutazione di 700/1.000 euro.
È di 1.000/1.500 euro la cifra richiesta per la cornice MARATTA, o Salvator Rosa, Roma nel XVII secolo, realizzata in legno tinto nero e dorato giocata sull’alternarsi di gole dritte e rovesce decorate da intagli a foglie alternate a sottofoglie e da un motivo a ovuli.
Infine, uno sguardo al resto d’Europa con un esemplare spagnolo del XVII secolo per il quale sono richiesti 1.200/1.800 euro. Si tratta di una Cornice laccata e dorata interamente intagliata con un corposo motivo a volute di foglie d’acanto stilizzate.