La seconda sessione di vendite del mese di novembre vede impegnati ben sei dipartimenti, da quello delle Auto Classiche in scena a Prato il 24 a quello dei Reperti Archeologici il 30 in sede a Firenze dove, nel mezzo, saranno battuti il 27 il catalogo dedicato a I vetri di Archimede Seguso. Opere della sua collezione privata, il 28 e 29 quello dei Gioielli mentre solo il 29 quello degli Orologi, infine il 26 il catalogo interdipartimentale ARGENTI, Numismatica e libri.
Quest’ultima vendita riunisce tre tipologie di oggetti differenti ma legati dallo spiccato sapore collezionistico che li contraddistingue, argenti e numismatica, inoltre, fanno della perizia tecnica e della preziosità dei materiali le loro caratteristiche fondamentali, mentre i libri si distinguono per la loro rarità e ottima conservazione.
Il dipartimento dei LIBRI, che apre la giornata alle 10.30, presenta un catalogo di 136 lotti nei quali predomina l’antico: oltre la metà sono opere dal XV al XVIII secolo.
Il fiore all’occhiello è un piccolo, delizioso Album d’inizio Seicento che raccoglie ben 6 serie di freschissime incisioni di Jacques Callot, tra cui i famosi Gobbi, completi della rarissima tavola quasi sempre assente, che è stimato 9.000/11.000 euro.
Ha la medesima valutazione, 9.000/11.000 euro, un altro raro Album d’incisioni costituito da 24 grandi tavole in superba coloritura coeva, disegnate da Giuseppe Piattoli e incise da Carlo Lasinio, che colgono tutto il brio dei Giuochi, trattenimenti e feste annue organizzati a Firenze ed in Toscana a fine Settecento.
Spiccano inoltre la monumentale opera sulla Cina di Jean Baptiste Du Halde, pubblicata nel 1735 e definita da Voltaire “la più ampia e la migliore descrizione della Cina che si abbia al mondo”, in catalogo con la stima di 8.000/10.000 euro, poi una copia del celebre Atlante Novissimo di Antonio Zatta valutato 8.000/10.000 euro. Ancora i 23 volumi della Flore des serres et des jardins de l’Europe di Louis Van Houtte, stampati tra il 1845 e il 1880 ed illustrati da oltre duemila spettacolari litografie a colori di fiori, piante, alberi, frutti, paesaggi esotici per i quali sono richiesti 6.000/8.000 euro.
La selezione include inoltre numerosi testi scientifici tra cui due relativi a misurazioni e ingegneria civile provenienti dalla gloriosa Macclesfield Collection, poi testi architettonici e di anatomia trai i quali anche un Valverde del 1586, ancora opere di botanica e di nautica come l’Arte del navegar di Pedro de Medina del 1554, e la Nautica mediterranea del Crescenzio del 1607, le cui rispettive valutazioni sono di 2.500/3.500 e 1.000/1.500 euro.
Altre due nutrite sezioni sono quella degli illustrati, tra cui si evidenzia un marginosissimo esemplare in sontuosa legatura coeva della Gerusalemme liberata illustrata dal Piazzetta nel 1745, proposto per la cifra di 2.500/3.500 euro e quella delle opere dedicate alla Toscana e a Firenze (una ventina in tutto, inclusi antichi tariffari ed una monumentale mappa ottocentesca).
Non mancano tuttavia affascinanti rarità novecentesche come la prima edizione della Casa dei doganieri di Montale con dedica autografa del poeta (1932) valutata 3.000/3.500 euro, una prima edizione dei Canti orfici di Campana con sua dedica autografa a Papini (1914) la cui stima è di 1.000/1.500 euro, e inoltre una bella raccolta di libri futuristi e di edizioni di pregio in tiratura limitata, tra cui lo spettacolare La cravate ne vaut pas une medaille di Baj (1972) che ha una valutazione di 1.500/2.000 euro.
Il versante letterario offre infine, tra le altre cose, un bellissimo esemplare in pergamena flessibile coeva della Divina Commedia, “edizione del Nasone” del 1578 stimato 2.000/3.000 euro, una copia delle Opere di Machiavelli, “edizione della Testina” del 1550 in catalogo per la cifra di 500/1.000 euro, ed una prima edizione delle Operette morali di Leopardi edita nel 1827 per la quale sono richiesti 1.200/1.800 euro.
Si prosegue con gli ARGENTI per i quali segnaliamo la presenza di un notevole nucleo di oreficeria sacra proveniente da una importante collezione romana, tra questi lotti numerose sono le navicelle portaincenso di manifattura torinese, genovese e napoletana del XVIII e XIX secolo. Medesime provenienze ed epoche per un bel gruppo di Calici tra i quali segnaliamo un esemplare estero, un Calice probabilmente realizzato in Francia durante il XVIII secolo posto in vendita per la cifra di 7.000/9.000 euro.
Esulando da questo nucleo sacro ricordiamo una collezione di argenti proveniente dalla famiglia Zati, Duchi di San Clemente, tra questi il vassoio realizzato a Napoli intorno al 1770 che ha una stima di 1.500/2.000 euro.
Di grande interesse il calamaio di Giuseppe Valadier realizzato nel 1810 circa, composto da un vassoio e sei pezzi di forma decorati con eleganti profili a perline, che è inserito in catalogo con una stima di 4.000/5.000 euro.
Da una bella collezione italiana provengono una serie di interessanti oggetti come il Servizio di posate custodito in cofanetto di legno, Francia fine del XIX secolo, opera dell’argentiere Boin Taburet che ha una valutazione di 20.000/30.000 euro e la caffettiera, con il corpo dalla tipica forma piriforme, Venezia XVIII secolo, la cui stima è di 4.000/5.000 euro.
Da una repubblica marinara all’altra per segnalare una Zuccheriera decorata con piccoli fiori incisi e una bella presa in guisa di foglie e pignette, realizzata a Genova nel corso del XVIII secolo, che ha una stima di 1.500/2.000 euro.
Passiamo alla NUMISMATICA per parlare, prima di ogni altro lotto, del TOLOMEO II PHILADELPHUS (285-246 a.C.) una moneta – Trichryson o Pentadramma - uscita dalla Zecca di Alessandria d’Egitto (ante 274 a.C.).
L’esemplare proposto da Pandolfini, definito “migliore di splendido” raffigura, con rilievi ben impressi e definiti, la testa diademata di Tolomeo Sotere deificato, e al verso un’aquila con la lettera greca Σ nel campo. La moneta che è corredata da un legale permesso di vendita ha una valutazione di 8.500/12.000 euro.
Insieme a questo lotto, un po’ speciale, la prossima asta come quelle precedenti annovera numerosi pezzi provenienti da collezioni di monete e medaglia di qualità e rarità.
Tra i lotti di notevole interesse per la grande difficoltà di reperibilità sul mercato vi sono due nummi gonzagheschi provenienti dalla collezione Magnaguti: il testone in argento di Federico II (1519-1530) con il duca a cavallo, considerato dai testi di riferimento del settore come una moneta “estremamente rara”, e la medaglia coniata in bronzo dello stesso duca che lo raffigura nel dritto, con un busto barbuto in armatura rivolto a sinistra, mentre nel rovescio rappresenta santa Caterina a figura intera. Definita dai critici più autorevoli come “une expression parfaite de la Reinaissance italienne dans sa semplicità et da puissance” ha una valutazione di 2.000/4.000 euro, mentre 6.000/12.000 euro sono richiesti per il testone.
Da segnalare anche una bella selezione di piastre medicee granducali per Firenze, Pisa e Livorno, poi monete dei Lorena e un raro esemplare di cinque lire in argento di Vittorio Emanuele II per Firenze che commemora la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 in splendido stato conservativo.
Chiude la proposta dei lotti una selezione di dollari americani in elevata conservazione e una numerosa rappresentanza di monete italiane ed estere da collezione e investimento.