La casa d’aste Pandolfini, attenta al collezionismo internazionale, propone parallelamente alla vendita di Arte Orientale un’importante selezione di porcellane cinesi prodotte per l’occidente, PORCELLANE EUROPEE DELLA COMPAGNIA DELLE INDIE: MERAVIGLIE CINESI PER L’EUROPA, che avrà luogo il 21 dicembre a Firenze in Palazzo Ramirez-Montalvo.
Si tratta di una proposta di opere che sono frutto dell’appassionata ricerca di collezionisti della produzione cinese per l’Occidente, un catalogo d’interesse forse più internazionale che locale, ma che ci porta a riflettere su una nicchia di mercato che in Italia potrebbe aprirsi e interessare nuovi collezionisti, proprio per la rinnovata attualità di un contesto di dialogo e scambio con l’Oriente.
L’interesse per la porcellana, materia misteriosa e ambita, è fin dall’epoca rinascimentale un motivo di grande passione nelle Corti europee con conseguenti e avventurosi tentavi di riprodurre la materia. I primi committenti stranieri, sulla via della seta verso l’occidente, sono stati i principi mediorientali, i quali crearono così un tramite di idee ed ispirazioni che nel periodo Ming si sviluppa in opere caratterizzate da una decorazione in blu di cobalto sotto vetrina, con decori fortemente legati alla cultura cinese ma già con la presenza di importanti e precoci committenze occidentali.
È questa una tipologia che in catalogo ritroviamo nella COPPIA DI CIOTOLINE KRAAK, decorate con simboli taoisti uniti a decori naturalistici, per le quali sono richiesti 3.000/5.000 euro (lotto 1), e nello splendido PIATTO per la famiglia Ginori, con decoro armoriale associato a una bordura ancora orientale, testimonianza della presenza del Granducato di Toscana, sotto Cosimo III, fra le committenze occidentali per questa tipologia di ceramiche. Il piatto, che fa parte del servizio Ginori conosciuto come “Servizio Nagasaki”, un esemplare è conservato al MET di New York, è offerto da Pandolfini con la stima di 5.000/ 8.000 euro (lotto 44).
Nel periodo compreso tra il XVI e il XVII, a fianco delle porcellane imperiali in monocromia gialla, verde, marrone e rossa, predomina una produzione con decoro policromo in cui i colori dominanti sono rosso, verde e blu, un gusto per il colore che lascia ancora spazio al decoro in blu su bianco con motivi decorativi e simbolici legati alla cultura buddista, come nel GRANDE BACILE, dinastia Ming periodo Kangxi, che ha una stima di 4.000/6.000 euro (lotto 5).
Dagli inizi del secolo XVII all’avvento della dinastia Qing, nel periodo denominato “di transizione”, furono prodotte alcune rare porcellane in blu su bianco destinate soprattutto all’esportazione. Ne sono begli esempi una COPPIA DI PIATTINI e un PIATTO entrambi decorati con animali e paesaggi, stimati reciprocamente 2.000/3.000 euro e 4.000/6.000 euro (lotti 2 e 4).
Sempre in questo arco di tempo vengono prodotte opere caratterizzate da decori e tavolozza Imari, ossia ispirate alle porcellane giapponesi che avevano momentaneamente sostituito la produzione cinese nell’esportazione verso l’occidente. Queste porcellane sono ben rappresentate in catalogo dalla rara ZUPPIERA decorata con smalti rosso ferro per la quale sono richiesti 400/600 euro (lotto 12), dall’importante CAFFETTIERA “A FARO”, che prende ispirazione dai vasi inglesi prodotti a cavallo tra Sei e Settecento, valutata 1.500/3.000 euro (lotto 11) e dai PIATTI con decori orientali che ben esemplificano la diffusione di questi motivi nel corso del XVIII secolo (lotti 8, 9 e 10).
Imperdibili per un collezionista sono poi i piatti realizzati su disegno di Cornelis Pronk, il celebre “designer di porcellane” che opera nel periodo di maggior produzione per le committenze occidentali, decorati in monocromia blu cobalto con figure femminili nel cavetto come un piatto PIATTO, dinastia Qing, periodo Yongzheng-inizio Qianlong, 1734-1738 circa, per il quale sono richiesti 4.000/6.000 euro (lotto 51), mentre è di 5.000/8.000 euro la valutazione di un grande PIATTO dello stesso periodo (53). Parallelamente, e sempre su disegno di Pronk, erano prodotte anche porcellane all’uso degli smalti della famiglia Rosa come un grande PIATTO decorato con quattro figure sedute all’aperto attorno a un tavolino, e una COPPIA DI PIATTI con il noto disegno “Dame au parasol”, le stime reciproche sono di lotti 3.000/5.000 euro e 4.000/6.000 euro (lotti 50 e 52).
Sotto il regno Kangxi (1662-1722) la produzione di porcellane riprende con rinnovato e all’avvento di opere con smalti policromi, prima con il verde che comincia a prevalere sulle altre cromie, periodo universalmente conosciuto come “Famiglia Verde”, poi con la predominanza del rosa di Cassio, la nota “Famiglia Rosa”.
Questi motivi decorativi segnano un rinnovato interesse da parte dell’occidente che, attraverso decori ancora fortemente legati alla tradizione ma influenzati dal gusto dei rappresentanti delle compagnie inglesi, olandesi, francesi, spagnole e portoghesi che detenevano il monopolio dei commerci, giunge alla definizione di un vero e proprio stile occidentale.
Esemplificativi di questa particolare produzione sono DUE GRANDI PIATTI, dinastia Qing periodo Yongzheng 1730 circa il primo e 1735 circa agli inizi del periodo Quanglong il secondo, decorati uno con motivi di fiori improntati agli stilemi di Meissen e l’altro con personaggi in abiti occidentali, le rispettive valutazioni sono di 4.000/6.000 euro e 2.000/3.000 euro (lotto 19 e 20). Altrettanto esemplari sono un PIATTO del periodo Qianlong, 1750 circa, con decoro a “Foglie di tabacco” in una cromia che va dal rosa acceso al giallo citrino passando per blu, azzurri e verdi, e una COPPIA DI PIATTI, del decennio seguente, caratterizzati dal bordo che riproduce la punta dei petali dei fior di loto, simbolo di purezza. La richiesta è, rispettivamente, di 2.000/3.000 euro e 1.000/2.000 euro (lotti 22 e 29).
È in questo periodo che nascono le committenze dei grandi SERVIZI ARMORIALI citiamo dal catalogo: una TEIERA con l’emblema della famiglia Lovett, per la quale sono richiesti 2.000/3.000 euro; un PIATTINO con emblema nuziale delle famiglie Raper o Roper e Grosvenor, stimato 1.500/3.000 euro; un GRANDE VASSOIO con lo stemma della famiglia Powell, offerto a 8.000/12.000 euro e una COPPIA DI PIATTI con lo stemma della casata scozzese Renny, valutati 1.500/3.000 euro (lotti 45, 46, 47 e 48).
Non mancano poi le committenze per il mercato persiano rappresentate un catalogo dalla CIOTOLA decorata a cornici concentriche con iscrizioni del corano in nero alternate a bande con motivo ”a catena” in rosso, la cui valutazione è 2.000/4.000 euro (lotto 49), come sono ancora presenti le committenze per i già citati decori su disegno di Cornelis Pronk.
Contemporaneamente troviamo una bella produzione di porcellane con decori a grisailles in monocromo seppia, nero o rosa porpora, spesso rialzato da tocchi di oro, che vanno da ornati più “ufficiali” con ritratti storici come i DUE PIATTI con Guglielmo IV di Orange–Nassau stimati rispettivamente 2.000/3.000 euro e 4.000/6.000 euro (lotti 70 e 71), fino a scene religiose collegate alla presenza delle Compagnie dei Gesuiti come nel PIATTO offerto a 2.000/3.000 euro (lotto 61) per passare attraverso ornati collegati alla quotidianità delle classi mercantili. Fra questi troviamo figure femminili intente al ricamo come in un elegante PIATTO decorato in policromia e oro, proposto a 2.000/3.000 euro (lotto 58), corteggiamenti più o meno galanti in un PIATTO e una BROCCA offerti a 2.000/3.000 euro e 400/600 euro (lotti 59 e 56), o più semplicemente scene di attività di pesca con velate allusioni galanti (lotti 57 e 69) o di caccia come nella CIOTOLA da punch proposta a 6.000/9.000 euro (lotto 73).
Particolarmente legato alla committenza occidentale è il VASSOIO ottagonale, stimato 6.000/9.000 euro, con indubbia richiesta legata alla massoneria: sono infatti raffigurati il Re Salomone con i suoi architetti mentre discutono in merito alla planimetria del tempio di Gerusalemme, un cofanetto di legno che altro non è che l'Arca, simbolo della Loggia, e gli strumenti del muratore (lotto 72).