La combinazione Pandolfini – Antiquariato si conferma vincente, ma quel che più conta è che continua l’onda positiva delle vendite degli ultimi ventiquattro mesi, a partire da quel luglio 2020 che inaspettatamente, dopo mesi difficili, aveva segnato la ripresa dell’interesse e l’attenzione del mercato per l’Antiquariato di qualità.
Allora Pietro De Bernardi disse «… i risultati che stiamo ottenendo con i mobili sembrano essere d’altri tempi…» pensiero indicato anche per l’asta di Mobili, Arredi e Oggetti d’Arte del 23 marzo che ha incassato oltre 750.000 euro, registrando percentuali veramente rilevanti: 80% di lotti venduti, un incremento sul monte stime del 154%, una media lotto di oltre 4.700 euro.
Sono numeri di un’asta che indica la netta tendenza del mercato a premiare arredi e oggetti che hanno come cifra distintiva qualità ed eleganza, proprio come la CREDENZA piemontese del XVIII secolo che ha corso con una serrata serie di rilanci tra i tanti telefoni, la sala e la piattaforma fino all’aggiudicazione per 45.000 euro, ben nove volte la richiesta iniziale. Un exploit per un arredo di un’eleganza garbata, dall’essenziale linea a demi-lune, con piano in marmo Rosso Levanto, laccata d’un azzurro tendente al verde sul quale spiccano armonizzandosi motivi a rilievo a festoni di piccoli fiori e foglie, che corrono su tutta la superficie ripartita in tre portelle (lotto 170).
È, invece, dipinta in policromia, con motivi a cartuches nei toni del verde su fondo giallo, la COPPIA DI CREDENZE, anche in questo caso realizzate nel XVIII secolo ma in Italia Centrale, che sono passate dai 3.000 euro di richiesta ai 30.000 euro dell’aggiudicazione, e che anche in questo caso sono state lungamente contese tra i collezionisti al telefono e quelli sul web (lotto 181).
Alla luce dei risultati si può dire che il filo conduttore di questo breve resoconto è l’eleganza dei decori, dei particolari, delle linee e delle forme, qualità che ritroviamo tutte nel CASSETTONE dalle linee mosse interamente lastronato in radica di noce ed ornato sul fronte da un’unica grande riserva. Aggiudicato a 18.750 euro, è un arredo che racchiude l’abilità e il gusto degli ebanisti lombardi del Settecento (lotto 80). Un’abilità ben espressa anche nella costruzione e nei decori di un CASSETTONE dalle linee mosse come il precedente ma caratterizzato da un’interessante contrasto tra una lastronatura in legni vari e intarsi in madreperla svolazzanti su tutta la superficie, che ora è di un nuovo proprietario a fronte di 13.750 euro (lotto 185).
Il XVIII secolo si chiude in Lombardia, e non solo, con il consolidarsi del gusto Neoclassico di cui Giuseppe Maggiolini è il miglior interprete e caposcuola, una scuola che in suolo lombardo trova tra i suoi grandi interpreti l’autore di una suite: DUE COMODINI e DUE CASSETTONI dalle linee essenziali intarsiati in legni pregiati con figure, medaglioni, cornici e cornicette che ripartiscono le superfici e delineano i volumi. Due gare interessanti li hanno portati entrambi a più che raddoppiare le richieste chiudendo rispettivamente a 8.875 euro e 13.750 euro (lotti 99 e 100).
Passiamo poi in Toscana, ma nel XIX secolo, per parlare di uno STIPO, che anche in questo caso si contraddistingue per la purezza delle forme e dei decori, realizzato in legno ebanizzato e ornato da formelle in pietre policrome che raffigurano una serie di dodici animali, che è stato aggiudicato per 15.000 euro (lotto 76). Ricordiamo anche l’aggiudicazione a 10.625 euro di una grande SPECCHIERA in legno intagliato scolpito e dorato ornata da motivi a voluta, festoni e animali in foggia di draghi, realizzata a Firenze nel 1770 circa (lotto 90).
A 15.000 euro è stata invece aggiudicata una COPPIA DI TORCERE romane, eleganti quanto preziose e opulente nei loro ricchi intagli dorati a cartuches, volute e motivi fogliacei intervallati da laccature color acquamarina (lotto 50). Restiamo in Italia centrale per dare nota dell’aggiudicazione a 11.875 euro, quasi quattro volte la stima, di un TAVOLO DA PARETE in legno di mogano con il fronte sottopiano ornato da formelle in maiolica dipinte con paesaggi (lotto 60).
Sfogliando il catalogo risulta chiaro, peraltro se ne era parlato anche in presentazione della vendita, che tra i 197 lotti vi era un protagonista su tutti: la città di Venezia, che ha registrato una percentuale altissima di lotti venduti. Una serie di arredi e oggetti d’arte che incarnano l’anima stessa della Serenissima, e sono espressione del gusto e della tecnica esuberante quanto superba delle maestranze della citta lagunare. Tra tavoli, cassettoni, trumeaux, scrivanie, poltrone, specchiere, vassoi, scatole e oggetti, lastronati, intagliati, scolpiti, dorati e laccati, ne ricordiamo solo alcuni, partendo da una splendida COPPIA DI SEGGIOLONI di Valentino Besarel, allievo ideale del celebre Andrea Brustolon, realizzata in legno di cirmolo scolpito a figure di mori che è stata aggiudicata a 8.750 euro (lotto 116), poi una bella TOILETTE DA TAVOLO in legno laccato e dorato con decorazioni ad arte povera che è in una nuova collezione per 10.000 euro (lotto 110) ed infine un BUREAU TRUMEAU lastronato in noce e radica di noce che ha chiuso la gara a 11.875 euro (lotto 9).