L'asta del 25 giugno è un'occasione da non perdere per gli amanti delle monete della storia della Serenissima e per alcune rarità legate a Casa Savoia, come le 100 LIRE 1864 e 1878 Roma di Vittorio Emanuele II, stimate rispettivamente 7.000/14.000 e 23.000/28.000 euro, top lot della vendita.
Per la prima volta è presentata all'incanto, oltre a una nutrita rappresentazione di oselle veneziane in oro e argento, anche un’importante collezione di oselle di Murano composta da ben 88 pezzi, di cui 6 in oro.
Da sempre nella storia del collezionismo numismatico le oselle della piccola comunità insulare di Murano rappresentano una élite della produzione dogale veneziana sia per la bellezza dei conii che per la loro grande rarità. Del resto la zecca di Murano, a differenza di quella limitrofa di Venezia, inizia storicamente più tardi a battere oselle (la più antica conosciuta è del 1581) e produce un numero ben più esiguo di pezzi, tanti quanti potevano essere in proporzione i funzionari muranesi di quel periodo. Queste oselle sono caratterizzate dal Gallo, insegna della comunità di Murano, accompagnate dalla parola "MVNVS", che esprimeva il gesto puramente donativo della coniazione. Fino al doge Francesco Loredan le oselle venivano battute come in antico a martello, e solo verso gli ultimi 20 anni della storia dogale, vennero prodotte al torchio, uniformandosi così a quanto praticato in tutte le officine monetali, seppur con un ritardo di quasi duecento anni.
Tra i pezzi meglio conservati e più rappresentativi per bellezza e rarità spiccano: l'OSELLA d'argento datata 1688 del doge Francesco Morosini stimata 1.000/3.000 euro, quella del 1749 di Pietro Grimani stimata 1.000/3.000 euro e del 1762 di Marco Foscarin stimata 1.500/4.500 euro, l'OSELLA di "doppio peso" del doge Ludovico Manin con il millesimo 1789 stimata 1.500/5.000 euro, e le OSELLE d'oro da 4 zecchini di Alvise IV Mocenigo, Paolo Renier e Lodovico Manin, datate rispettivamente, 1772, 1783 e 1794, stimate rispettivamente 5.000/15.000, 4.000/12.000 e 5.000/15.000 euro.
Da segnalare anche una bella selezione di monetale veneziana, a partire dai multipli in oro: da 10 ZECCHINI di Alvise III Mocenigo (1722-1732) estremamente raro, stimato 5.000/10.000 euro; da 8 ZECCHINI di Ludovico Manin (1789-1797) stimato 4.000/8.000 euro; da 4 ZECCHINI di Marino Grimani del 1596 stimato 3.500/7.000 euro, unico esemplare noto con questo millesimo e di Francesco Morosini datato 1691 con il busto del Doge in abito militare tra trofei; una LIRAZZA anonima da 3 ZECCHINI del 1778 stimata 2.500/5.000 euro, unico esemplare finora conosciuto; uno ZECCHINO di Francesco II d'Asburgo Lorena coniato sullo stile del "vecchio" tipo nel 1798, dopo l'abdicazione del Doge Ludovico Manin e la proclamazione del Governo Provvisorio su pressione di Napoleone Bonaparte.
L’asta del 25 giugno presenta una buon assortimento anche di monete emesse per Venezia e il suo dominio dalle zecche di Dalmazia e Albania, Cattaro, Isole del Levante (Corfù, Cefalonia, Zante, Armata e Morea, Candia), Treviso e Palmanova, e le imitazioni monetali di Scio, Metelino e dei Gran Maestri di Malta. Inoltre, segnaliamo anche due belle MEDAGLIE d'argento, datate 1603 e 1706, prodotte in occasione dell'alleanza tra Venezia e il Cantone svizzero dei Grigioni.
Concludiamo come abbiamo aperto parlando di Casa Savoia e dell’importante presenza di lotti in catalogo, a partire dal TALLERO del 1581 di Carlo Emanuele I, per arrivare a periodi più recenti rappresentati dai pezzi aurei delle 80 LIRE 1828 Torino di Carlo Felice stimate 3.500/7.000 euro, 100 LIRE 1837 Torino di Carlo Alberto stimate 6.000/10.000 euro, oltre che alle 100 LIRE 1903 Aquila Sabauda stimata 700/1.000 euro, 100 LIRE 1925 Vetta d'Italia stimate 3.000/6.000 euro, 100 e 50 LIRE 1936 Impero di Vittorio Emanuele III ognuna stimate 3.500/7.000 euro.
Si segnala, per la Repubblica Italiana, il pezzo più noto a livello popolare: le 500 LIRE CARAVELLE "controvento" emesse come dono ai Parlamentari nel 1957 stimata 3.000/6.000 euro.
Sull’onda positiva del grande successo suggellato dal 100% di venduto dell’asta a tempo AUREA dello scorso autunno, il Dipartimento, di concerto con la direzione, ha scelto di estrapolare dal catalogo di questa prima vendita del 2021 il grande numero di monete e medaglie auree selezionate, per riunirle in altro catalogo dedicato che sarà esitato solo online in una seconda asta a tempo AUREA, programmata dal 10 al 23 giugno.