Tra le opere e gli oggetti d’arte che dal 25 al 29 maggio trasformeranno le sale di Palazzo Ramirez Montalvo in una teoria di Wunderkammer vi sono anche tutti i lotti del primo catalogo di Pandolfini interamente dedicato al collezionismo numismatico.
Di questo nuovo e ulteriore sforzo, che da vita a un dipartimento autonomo, Pietro De Bernardi, AD di Pandolfini Casa d’Aste dice: ” Siamo felici di aver inaugurato il nuovo dipartimento, il cui lavoro ci ha permesso di realizzare un catalogo importante, portando alla luce monete inedite che sono al di fuori del mercato ufficiale, provenienti da collezioni o proprietà private, che troveranno sicuramente l'apprezzamento dei collezionisti”.
Da parte sua, il capo dipartimento Alessio Montagano spiega: “La numismatica è un ramo del collezionismo molto vivace sia a livello italiano sia a livello internazionale che necessita di essere elevato al pari degli altri più consolidati del mercato dell’arte. Pertanto Pandolfini può e deve fare la differenza, anche nel settore delle monete e delle medaglie da collezione”.
Si può concludere che la soddisfazione è grande, ancor più a fronte dei 1001 lotti he hanno portato questa prima asta di NUMISMATICA ad essere battuta in due sessioni di vendita: 31 maggio e 1 giugno.
L’insieme proposto porta indietro nel tempo, agli anni in cui il mercato era vivace e i collezionisti acquistavano ciascun pezzo con la finalità di comporre un nucleo rappresentativo di una certa zecca dando importanza ad ogni variante tipologica, come la collezione di famiglia toscana di monete fiorentine del periodo mediceo-lorenese o quella del dott. Cipriano Giacomo Ridolfi, attento cultore delle emissioni monetali di Bologna, sua città natale.
Entrambe le collezioni saranno apprezzate dei collezionisti in virtù della qualità dei pezzi e della vastità del materiale conferito che si è certi, oltre ad appagare i futuri proprietari, rappresenterà un sicuro riferimento di studio per tutti coloro che ricercano monete del periodo medievale e moderno non solo di queste zecche.
Il corpus di spicco della vendita, per qualità, tipologia e provenienza, è quello composto dalle monete e medaglie del periodo di Leopoldo II di Lorena.
E’ una raccolta, formata molti anni fa, da esemplari unici, molti dei quali mai apparsi in vendita pubblica, come la medaglia in oro che rappresenta i ritratti di Leopoldo II e la sua seconda moglie, Maria Antonietta di Borbone, la cui stima è di 7.000/10.000 euro. Coniata dall’incisore svizzero Giuseppe Nideröst nel 1840, per celebrare il legame con la seconda moglie, questa medaglia riprende l’antico uso di donare alle balie di Corte, al termine del loro servizio, una medaglia con i ritratti di entrambi i Sovrani. Per la riuscita esecuzione il Nideröst ricevette il 4 giugno 1841 uno stipendio doppio rispetto a quello solito, con l’obbligo però di lasciare i conii e i punzoni in deposito presso il Governo di S.A.R.
Della massima rarità è anche la medaglia che, come testimonia La Gazzetta della Toscana del 1769, commemora il soggiorno dell’imperatore Giuseppe II a Firenze nel 1769 sulla strada del ritorno dalle sue visite a Roma e Napoli e, la cui paternità dell’incisione viene attribuita a Luigi Siries per la prima volta in questa sede, grazie alla lettura della sua firma in esergo, stimata 1.500/2.000 euro.
Non mancano di certo le monete, molte delle quali in conservazione superba e con sorprendenti patine di medagliere, come i Francesconi e i suoi divisionali tra cui segnaliamo quello di Leopoldo II di Lorena datato 1826, in catalogo con la stima di 2.000/2.500 euro, oltre ai pezzi in oro più rappresentativi di quel periodo come il pezzo da Ottanta fiorini e i Rusponi.
Assieme ad altri la vendita ne propone uno rarissimo in oro del Governo della Toscana (1858), in catalogo con la stima di 4.000/.6000 euro. Ultimo della serie aurea fiorentina, venne coniato in nel brevissimo intervallo temporale di sole ventidue settimane durante il governo provvisorio della Toscana, presieduto dal barone Bettino Ricasoli, che gli dette la nomina di “Ruspone del Ricasoli”. Governo e Ruspone, del quale per altro non se ne conoscono più di 30 esemplari, sono la conseguenza della “rivoluzione toscana” iniziata la mattina del 27 aprile 1859 in piazza Barbano al grido di guerra all’Austria e alla sostituzione della bandiera asburgica con il tricolore.
Fanno anche parte di questo nucleo alcuni pezzi medicei, come la Pezza della Rosa in oro del 1718 la cui stima è di 4.000/5.000 euro, mentre è stimato 5.000/7.000 euro il Tollero per Livorno di Cosimo III datato 1726, entrambi questi lotti si che si distinguono per rarità e qualità estrema.
Come questi ultimi esempi, tutti i conii sono stati collezionati e selezionati con l’intento di trasmettere lo splendore artistico rappresentato dalle medaglie e monete del periodo tardo-mediceo e lorenese.
Chiude la vendita una raccolta di monete d’oro di zecche italiane e dei Savoia, tra cui spiccano le rarissime 100 lire del 1864 in oro di Vittorio Emanuele II e le 100 lire del 1905 in oro di Vittorio Emanuele III in splendida conservazione, rispettivamente stimate 8.000/12.000 e 8.000/10.000 euro.
In ultimo segnaliamo a coloro che guardano a questa vendita anche per investimento, i numerosi lotti di marenghi italiani ed esteri in catalogo con stime interessanti.