Pandolfini torna alle maioliche rinascimentali con risultati eccellenti

Da Pandolfini il 20 ottobre la maiolica rinascimentale è ritornata con un’accurata e ricca selezione di opere, premiata con un’affermazione che continua la lunga serie di successi che contraddistinguono, da sempre, l’attività del dipartimento.

Top lot della vendita, come per altro poteva essere prevedibile, è stata l’importante COPPIA DI VASI in maiolica invetriata realizzati nei primi decenni del Cinquecento, probabilmente intorno al 1520, da Giovanni della Robbia. I due vasi, dal grande impatto visivo e decorativo esaltato dall’intenso azzurro ceruleo del corpo sormontato da un grande bouquet di fiori e frutta sui quali si arrampicano piccoli animali che funge da coperchio ha chiuso una bella competizione a 77.500 euro (lotto 13). Il successo della famiglia dei della Robbia si completa con l’aggiudicazione per 40.000 euro de  LA CARITÀ, un gruppo scultoreo in terracotta invetriata realizzato intorno al 1515 da Girolamo: opera sorprendente per la sofisticata complessità compositiva, questo inedito gruppo scultoreo di piccole dimensioni reinterpreta con accenti assai originali i modi dell’arte robbiana, in perfetta sintonia con il primo manierismo fiorentino (lotto 14).

Ben rappresentata era anche la produzione della bottega Pompei di Castelli, tra i lotti più interessanti vi era una BROCCA dipinta in policromia con un profilo di donna dai capelli rossi su fondo blu e il versatoio modellato a forma di drago, realizzata nel decennio 1550-1560, che è entrata in una nuova collezione per 40.000 euro, ben quattro volte la stima (lotto 41).

Per le opere delle botteghe di Montelupo ricordiamo che con rilanci senza soluzione di continuità è passato di mano a 30.000 euro un grande BACILE da Acquereccia, in maiolica dipinta in policromia con lo stemma della famiglia Visdomini all’interno di uno scudo e una cornice a cartouche, mentre più serie concentriche di sottili motivi a candelabro coprono l’intera superficie (lotto 66).

Il catalogo presentava un’interessante selezione di “istoriati”, tra questi non potevano mancare quelli delle botteghe urbinate, su tutti spiccano un TONDINO e un PIATTO.

Il TONDINO, che ha chiuso a 21.250 euro, realizzato tra 1530 e il 1535, è in maiolica dipinta in policromia con una scena che per lo stile pittorico fa pensare a una chiara influenza dell’opera di Francesco Xanto Avelli (lotto 28); il PIATTO, aggiudicato a 25.000 euro, invece è uscito dalla bottega di Guido Durantino nel 1535-40 e raffigura Re Porsenna e Muzio Scevola davanri a una tenda sormontata da uno stemma che rimanda al famoso servizio del cardinale Nordi da Aquileia (lotto 29). Medesima cifra, 25.000 euro per un altro PIATTO prodotto nel Ducato di Urbino nel 1550 circa, con ogni probabilità prodotto a Pesaro nella bottega di Lanfranco delle Gabicce (lotto 31).

Molti gli albarelli presentati singoli o in coppia: segnaliamo il bel risultato di un ALBARELLO, di Manisès 1435-1440 circa, realizzato in maiolica a lustro decorato con due registri doppi e uno singolo di foglie d’edera dipinti in blu e lustro, che è passato di mano per 16.250 euro a fronte di una richiesta di 3.000 euro (lotto 1), mentre ha raggiunto i 15.000 euro una COPPIA DI ALBARELLI della fine del XVI secolo realizzata in Sicilia o a Faenza, l’incertezza attributiva è dovuta a elementi che rimandano alla presenza in Sicilia di pittori delle grandi botteghe faentine mentre altri elementi come i trofei trovano riscontro nella produzione siciliana (lotto 58).