PER GIOIELLI E OROLOGI
LA CIFRA DISTINTIVA È QUALITÀ, FIRME E MARCHI INTERNAZIONALI
E’ una costante, il mondo dei preziosi ama le pietre importanti, le grandi firme, i marchi internazionali, una sintesi confermata dalle parole di Ilaria Ciatti, responsabile del dipartimento Gioielli e orologi della Casa d’Aste fiorentina: I risultati hanno confermato che il mercato è sempre più orientato verso il gioiello firmato, le pietre di grande dimensione e gli orologi delle maison Rolex e Patek. Ciò è la dimostrazione che l'acquisto in questo settore non è più soltanto la soddisfazione di un piacere personale, ma un investimento la cui resa nel tempo cresce in proporzione alla qualità e alla rarità dell'oggetto”.
Infatti, nell’asta battuta lo scorso 26 maggio a Firenze da Pandolfini, il totale venduto è stato pari a 1.801.065 euro che rappresentano il 138% delle stime minime, con una percentuale di lotti aggiudicati che ha sfiorato il 77% del totale.
Pandolfini, dopo la leadership conquistata lo scorso anno nel mercato italiano, si conferma punto di riferimento importante per collezionisti ed appassionati nel settore dei Gioielli e delle pietre preziose.
Hanno brillato diamanti, rubini e zaffiri, Bulgari e Cartier. Per gli orologi, sugli scudi si confermano Patek Philippe e Rolex, quest’ultima con un Cosmograph Daytona, in acciaio del 1967, con quadrante Paul Newman a tre colori – nero, bianco e rosso – particolarmente raro, battuto per 90.000 euro e risultando il top lot della vendita (lotto 550).
Dei 133 lotti di orologi circa la metà, 54, erano orologi da tasca antichi e del XIX secolo, in argento, oro, con pietre preziose, quadranti e casse decorati a smalto, montanti su anelli, in ciondoli o appesi a chatelaine. Di questo gruppo ricordiamo i lotti 419 e 420, due orologi da tasca in argento e lacca del 1690 e argento del 1700, aggiudicati ognuno per 4.000 euro, infine il lotto 427, un orologio da tasca inglese del 1690 in argento dorato con particolare scappamento a detent aggiudicato per 5.000 euro.
Tornando a una produzione più recente è di rilievo l’aggiudicazione del lotto 496, un Patek Philippe del 1940 in platino e diamanti che ha praticamente raddoppiato la stima chiudendo a 17.500 euro. Molto interesse anche per i “tubo-gas” di Bulgari, uno in oro a tre colori (lotto 499) , uno in oro giallo (lotto 515), un altro sempre in oro giallo con quadrante Bulgari Jaeger Le Coultre (lotto 516) e, infine, uno in oro bianco giallo e rosa firmato Bulgari Vacheron Constantin (lotto 517) aggiudicati rispettivamente per 13.125, 13.125, 11.250 e 10.625 euro.
Bulgari è il trait d’union con la prima parte dell’asta, cioè i gioielli che come dicevamo nell’enunciato hanno visto concentrarsi l’interesse sui monili delle grandi firme dell’oreficeria o sui gioielli con importanti pietre preziose. Un lotto in particolare, il 382, riuniva entrambe le peculiarità: è un anello in platino con diamante taglio smeraldo di 3,25 carati affiancato da due baguette che è stato aggiudicato a 50.000 euro, il 160% della stima. Stessa cifra di aggiudicazione per una collana di brillanti, complessivamente 21.50 carati, di Cartier; di Cartier anche il bel bracciale in oro bianco e acquemarine (lotto 414) bttuto per 25.000 euro.
Hanno più che raddoppiato la stima un paio di orecchini in brillanti taglio vecchio (lotto 416) che sono stati aggiudicati per 55.000 euro, 48.750 sono stati invece pagati per il lotto precedente (415), un anello con brillante taglio vecchio di 7,65 carati.
Tra le pietre di colore ha pagato la grande qualità, su tutti due esempi: uno zaffiro rettangolare dello Sri-Lanka, lotto 401, montato da Bulgari con brillanti a formare un disegno geometrico, peculiare agli anni d’esecuzione, gli anni ’30, che è stato aggiudicato a 25.000 euro, e un rubino birmano sempre montato da Bulgari nell’anello “Trombino” in oro bianco e diamanti che ha chiuso a 26.250 euro (lotto 124).