L’asta di Arte Orientale del 24 giugno ha totalizzato circa 1.200.000 euro, realizzando il 178% delle stime minime.
“Un’ottima affermazione che con grande soddisfazione ci porta a consolidare la nostra costante crescita, la fidelizzazione e l’allargamento, anche a livello internazionale, della nostra clientela. Anche per quest’asta, infatti, abbiamo avuto moltissime richieste di collegamenti telefonici, quasi integralmente da compratori internazionali, dal Regno Unito, da Hong Kong e soprattutto da buyers cinesi che hanno dovuto confrontarsi con una vivacissima attività sulla piattaforma PANDOLFINI LIVE e con i compratori che hanno gremito la sala”, così ha commentato Pietro De Bernardi – CEO di Pandolfini Casa d’Aste.
Top lot della vendita è stato il Vaso Guan, Cina - Periodo Qianlong, che stimato 50.000 – 70.000 euro ha proseguito la sua corsa, non concitata ma costante vista la determinazione dei contendenti, fino ai 356.800 euro, cifra con cui è stato aggiudicato ad un compratore straniero presente in sala.
Il vaso è di forma quadrata ed è percorso orizzontalmente da tre fasce ognuna composta di tre “creste” in rilievo; al centro un collo strombato con un’ampia bocca, ai quattro angoli altrettante piccole imboccature di forma circolare, sotto al piede ad anello si trova il marchio in blu sotto coperta e del periodo (1736-1795). Il tutto è coperto da uno spesso smalto grigio pallido con una craquelé ben evidente a maglie strette in un tono di grigio-marrone dorato ottenuta intenzionalmente. Questo vaso come molti oggetti Qianlong, e i precedenti del regno Yongzheng, è ispirato alle ware-Guan create nei forni di Hangzhou per gli imperatori della Dinastia Quing.
La rarità di questo oggetto risiede, oltre alla pregevolissima fattura e allo stato di conservazione, nei pochissimi esemplari presenti sul mercato e passati nelle aste internazionali anche in tempi non recenti.
Il Buddha Vairocana, risalente alla Dinastia Ming del XVI secolo, era tra le eccellenze del catalogo e tale si è dimostrato anche nell’esito della vendita chiudendo la gara a 198.200 euro. Come per il Vaso Guan il nuovo proprietario di questa inconsueta scultura è un collezionista internazionale che se l’è aggiudicata dopo una lunga serie di rilanci telefonici.
Il Vairocana è una scultura di 52 centimetri in bronzo dorato con caratteristiche d’inconsueta rarità perché raffigura il Buddha seduto, una delle sue posture più consuete, ma con un mudra – posizione delle mani – raramente riscontrato in opere di tale grandezza e importanza: entrambe hanno pollice e indice uniti a formare dei cerchi e le altre dita tese con il palmo sinistro rivolto al petto e quello destro all’esterno.
L’eleganza e la raffinatezza dell’esecuzione sono la cifra distintiva di due Coppe da libagione che hanno segnato due ottime performance raggiungendo le cifre di 57.500 e 35.000 euro partendo rispettivamente da stime di 15/25.000 e 8/12.000 euro. Eseguite in Cina nel secolo XVIII durante la dinastia Qing, entrambe sono in corno di rinoceronte scolpito, la prima come una grande foglia di loto decorata da fiori e poggiata su una base in legno ebanizzato intagliata a rami e fiori, la seconda come una corolla di fiore con al centro un sinuoso pistillo e all’esterno altri piccoli fiori.
In ambito scultoreo bisogna ancora ricordare l’ottimo risultato ottenuto dal bronzo, Cina - XIX secolo, raffigurante il “bodhisattva della compassione” Avalokitsevara raffigurato in piedi su una base modellata come due corolle di fiori di loto affrontate che dai 12/15.000 euro della stima ha cambiato di proprietario per 42.500 euro.
Il catalogo del 24 giugno attraversava trasversalmente il grande ventaglio collezionistico dell’arte orientale per la completezza delle proposte dalle provenienze alle epoche, dalle tecniche esecutive ai materiali, talvolta inconsueti come il brillante verde lime della porcellana decorata in rilievo su cui spiccano una coppia di gru ubianche di un piccolo paravento da tavolo aggiudicato per 8.750 euro.
“Ha vinto la qualità” è il commento sintetico e puntuale con cui il Capo Dipartimento, Thomas Zecchini, ha definito il brillante esito del catalogo presentato, aggiungendo inoltre: “Una qualità superiore alla media degli oggetti ultimamente proposti dal mercato italiano, alla quale va aggiunta la loro freschezza. Si tratta infatti di opere e oggetti nella loro totalità sono provenienti da committenze private, quindi nuove per i buyers e per questo molto più appetibili.”