La prossima asta a Tempo del Dipartimento di Arte Orientale di Pandolfini, che si terrà dal 9 al 16 marzo 2022, comprende una interessante SERIE DI XILOGRAFIE raffiguranti scene di vita quotidiana giapponese, che mostrano alcune fra le attività svolte dalle nobildonne per affinare educazione, eleganza e talento artistico.
Le scene proposte mostrano l’esercitazione al suono dello Shamisen e alle arti del Kodo, dell’Ikebana e del Waka, ovvero dell’incenso, delle composizioni di fiori recisi, e della recitazione poetica oltre a quella forse più radicata e sentita, l’arte del Chanoyu, la cerimonia del tè, una tradizione così importante e radicata che ancor oggi influisce sulle architetture e nell’arte giapponese, dagli oggetti in ceramica alle teiere di ferro, dalle ciotole ai piatti, persino nell’abbigliamento.
Per il resto il catalogo, che come sempre è articolato e fonte di molti spunti per il caleidoscopico mondo del collezionismo delle arti orientali, annovera ricchi intagli in giada, vari oggetti di porcellana tra cui i famosi Blanc de Chine e numerosi vasi, ma anche diversi bronzi del sud est asiatico.
Tra gli oggetti provenienti cinesi della Dinastia Qing del XX secolo, troviamo una COPPIA DI CUSCINI raffiguranti gatti, realizzati in ceramica Cizhou (cinese: 磁州窑; pinyin: cízhōu), una varietà di grès di colore frequentemente grigio o camoscio con decoro dipinto, inciso o scolpito su un ingobbio, che in questi due manufatti presenta anche pennellate di blu. È, invece, del XVIII secolo, sempre durante la Dinastia Qing, un piccolo VASO di forma globulare in porcellana color fior di pesco, mentre risale alla Dinastia Ming un VASO a goccia in porcellana dipinto in monocromia verde, inciso al centro e scanalato sotto la tesa.
Qualche nota sulla tradizione della cerimonia del tè
Importato dalla Cina, l’origine del consumo di tè in Giappone si diffonde in particolar modo durante il periodo della dinastia Song nei monasteri del buddismo Zen, dove bere una tazza di tè costituiva una pratica meditativa Zen. Inizialmente il Chanoyu era un’occasione d’incontro che si svolgeva senza formalità e senza regole fisse, col tempo finì col trasformarsi in un culto rigoroso di grande importanza e raffinatezza. Nel periodo Edo, la cerimonia del tè diventa un vero e proprio rituale fra le famiglie Samurai per dare il benvenuto ai loro ospiti. Il Chanoyu ha inizio con la preparazione del tè nella tazza chawan. Ogni commensale viene invitato a consumare un dolce e, scusandosi col vicino, chiede il permesso di servirsi per primo; prende la tazza la fa ruotare dopodiché beve con brevi sorsi esprimendo il suo gradimento, pulisce poi il bordo della tazza e la posa dinanzi a sé. Una volta che tutti gli ospiti finiscono il proprio tè, il primo ospite chiede il permesso di esaminare gli utensili: il contenitore del tè (natsume) e il cucchiaino di bambù (chashaku). Per ultima viene osservata la tazza, rigirandola tra le mani e chiedendo informazioni sul maestro che l’ha creata, l’epoca e lo stile. All’ospite poi può venir richiesto se intenda recitare una poesia o un verso sulle stagioni. La cerimonia si conclude con un inchino collettivo di tutti i partecipanti.