Il catalogo battuto il 17 e 18 novembre si componeva di 744 lotti, una serie di bottiglie delle migliori etichette disponibili sul mercato, che hanno dato vita a due intense giornate e a una serie di risultati che convalidano la solidità della proposta, in linea con le richieste del mercato in un momento non facile che suggerisce scelte orientate alla qualità o suffragate dalla garanzia di nome e tradizione.
Nell’insieme le cifre parlano di una percentuale di venduto del 98% per un fatturato totale di 1.539.150 euro, che significa il 183% del monte stime e restituisce un valore medio per i lotti venduti di 2.120 euro, cifra interessante per un’asta di vini. In una visione globale si deve sottolineare che alcune sezioni sono state chiuse con delle White Gloves Sale, si tratta della parte relativa alle etichette del “Piemonte” e della “Toscana”, che erano parte integrante della collezione di un esperto del settore che ha occupato l’intera mattinata del primo giorno di vendita, e dello “Champagne”, sezione che non manca mai nei cataloghi del dipartimento e che propone sempre scelte esclusive, ampiamente apprezzate.
Partiamo, quindi, con il risultato di una cassa di 7 bt, di cui 1 bt magnum, di CUVÉE S SALON che sono state aggiudicate per la cifra di 9.920 euro (lotto 380), e le belle aggiudicazioni a 3.224 euro ciascuna di 1 bt del 1996 e 1 bt del 1995 di KRUG CLOS D’AMBONNAY (lotti 448 e 449). In catalogo vi erano anche gli altri grandi nomi amati dal collezionismo internazionale come Dom Perignon, Louis Roederer, Bollinger, Perrier-Jouët e Selosse.
Restiamo in Francia e passiamo alla Borgogna per parlare subito di alcuni dei top lot della vendita che ancora una volta sono appannaggio del Domaine de la Romaée Conti. Roi indiscusso del panorama internazionale il Domaine ha visto i suoi quattro lotti più importanti operare tutti delle belle performance registrando ben più del doppio della richiesta; i lotti in questione, che chiudevano la due giorni, erano tutti ROMANÉE CONTI DOMAINE DE LA ROMANÉE CONTI: 1 bottiglia annata 2016 e 1 bottiglia annata 2010 passate di mano rispettivamente alla cifra di 20.460 euro e 22.940 euro (lotti 741 e 743), 1 bottiglia annata 2015 e 1 bottiglia annata 2005 aggiudicate entrambe a 31.000 euro (lotti 742 e 744).
Per la Borgogna e i suoi vini, che sono universalmente i più ricercati, ricordiamo che il catalogo presentava 4 lotti, sempre più rari e ricercati, della produzione ormai conclusa da anni del DOMAINE HENRI JAYER, ossia 1 bt di BOURGOGNE del 1993 aggiudicata a 5.580 euro (lotto 577), 1 bt di NUIT-SAINT GEORGES del 2001 battuta a 3.472 euro (lotto 578), mentre a 3.720 euro e 4.340 euro si sono chiuse le gare di 1 bt di NUIT-MEURGERS del 1986 (lotto 579) e di 1 bt di ÉCHÉZEAUX del 1992 (lotto 580).
Anche gli altri importati produttori della regione francese hanno ottenuto ottimi riscontri e buone aggiudicazioni, cosicché tutti assieme ancora una volta non hanno tradito le aspettative e la Borgogna registra ancora una volta il 96% di lotti venduti e un aumento sulle stime minime del 165%.
Passiamo a un’altra parte di Francia che in tutto il mondo è sinonimo di vino, la regione di Bordeaux, che ha dato esiti praticamente identici alla Borgogna, ossia il 95% di aggiudicazioni con un incremento sul monte stime del 186%.
I lotti interessanti sono diversi, quindi ci limitiamo a ricordare le aggiudicazioni di punta e le performance più significative. Partiamo allora con i 17.360 euro con cui è passato di mano un GROUPE DUCLOT BORDEAUX PRESTIGE COLLECTION del 2005 (lotto 462), per passare a POMEROL con 1 bt Mg di CHÂTEAU LAFLEUR del 2005 e 2bt LE PIN del 2005 ora in nuove collezioni a fronte di 7.192 euro e 7.440 euro (lotti 542 e 544). Tutti i principali Château di Bordeaux erano in catalogo, tra questi ricordiamo 1 bt Mg di CHÂTEAU LATOUR del 1990 che dalla richiesta di 800 euro ha corso a suon di rilanci fino a 4.960 euro (lotto 508) e 6 bt di CHÂTEAU MOUTON ROTHSCHILD del 2005 che hanno a chiuso a 3.472 euro, cifra esponenziale rispetto alla richiesta (lotto 527).
Terminiamo il capitolo relativo alle etichette d’Oltralpe con una serie di bottiglie che facevano parte dell’unica collezione cui si accennava all’inizio di questa cronaca e che sono state aggiudicate al 100%, si tratta di un bel gruppo di vini della Loira e del Rodano e una selezione di Bordeaux che comprendeva degli CHÂTEAU D’YQUEM e 1 bt di PETRUS POMEROL del 2018 passata di mano a 5.456 euro (lotto 82).
E in un gioco di rimandi l’unica collezione, di un privato italiano, ci porta finalmente in Italia; delle Withe Glowes Sale abbiamo già detto, dobbiamo aggiungere che in queste sezioni vi sono anche i top lot della vendita per la produzione nostrana. In Piemonte ha brillato il BAROLO RISERVA MONFORTINO di GIACOMO CONTERNO che, con una Jéroboam annata 2010, raggiunge la cifra di 6.448 euro (lotto 27), mentre in Toscana i nomi che hanno acceso la gara in sala e online sono due: SOLDERA e SASSICAIA. Il primo vedeva in catalogo due bottiglie praticamente uniche, due Doppie Magnum (3 litri) annate 2010 e 2006 del ricercatissimo 100% SANGIOVESE dell’azienda agricola CASE BASSE che hanno totalizzato rispettivamente 32.240 euro e 31.000 euro (lotti 47 e 48). Cifre decisamente ragguardevoli che sono state superate solamente dal top lot del catalogo, una verticale di 49 bottiglie di SASSICAIA, dal 1968 al 2019, venduta per 33.480 euro (lotto 373).
Da segnalare anche le performance di due dei più amati vini della regione Toscana, MASSETO e LE PERGOLE TORTE: il primo è una selezione di 9 bottiglie in varie annate che ha concluso la corsa ad 8.432 euro (lotto 64), mentre il secondo sono 6 bottiglie del 2008 del vino dell’azienda MONTEVERTINE è stato venduto per 2.356 euro (lotto 291).
“I risultati di quest’ultima asta laureano il mercato dei Fine Wine come solido, e non una semplice moda passeggera. La congiuntura internazionale poteva far presagire una stagnazione dei valori che, invece, non c’è stata, e anzi ha confermato il vino come un asset su cui puntare nei periodi d’incertezza”, ha commentato al termine della due giorni il Capo Dipartimento Francesco Tanzi”.