Mentre il tempo è visto spesso come un fattore negativo, per molti beni la “patina del tempo” è un pregio e un arricchimento, in un certo senso ciò vale anche per il vino: per il grande vino il tempo è un alleato, è il fattore che gli permette di esprimere al meglio delle sue caratteristiche, le sue virtù peculiari. Anche questo saper apprezzare e attendere il giusto tempo per cogliere il momento migliore contribuisce al fascino di un mondo che attrae e appassiona sempre più persone, come dimostrano i risultati costantemente crescenti delle aste negli ultimi anni.
Il catalogo di questo autunno, uno tra i più corposi mai redatto nella più che ventennale attività di Pandolfini nel settore, presenta una ampissima selezione delle migliori etichette disponibili sul mercato: un totale di 744 lotti animerà le sale di Palazzo Ramirez-Montalvo per due intensissimi giorni d’asta.
La vendita inizia la mattina del 17 novembre con una selezione di lotti provenienti dalla cantina di un unico collezionista: un esperto del settore che ha onorato Pandolfini affidandogli la vendita di una parte della sua straordinaria collezione.
Caratterizzano questa sezione molte delle principali cantine italiane e francesi presenti con annate storiche e grandi formati, sono una serie di etichette che dalla Toscana si arriva in Francia passando per la regione del Monferrato e delle Langhe, terra di produzione dei lotti di Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, in particolare le bottiglie Jéroboam da 3 litri del 2015, 2014, 2013 e della storica annata 2010 proposta a 4.500/9.000 euro (lotto 27). Per la Toscana, e anche qui l’attenzione non può che ricadere su due bottiglie di grande formato, spiccano due Doppie Magnum del leggendario produttore Gianfranco Soldera, una annata 2006 e una della cosiddetta “annata perduta”, ovvero la 2010 (lotti 47 e 48), valutata 10.000/20.000. La parte più corposa dei vini francesi è riservata alla produzione della Borgogna, con molte bottiglie provenienti dai Domaine Raveneau, Fourrier, Emmanuel Rouget e, in chiusura, una selezione di bottiglie dalla “Regina di Borgogna”: Madame Lalou Bize-Leroy.
Nel pomeriggio si riparte dall’Italia con i “soliti noti”: Bruno Giacosa, Giacomo Conterno, Romano Dal Forno, Montevertine, i Super Tuscan delle cantine Antinori e Frescobaldi e della Tenuta San Guido. Di quest’ultima, il Dipartimento è felice di annoverare in catalogo un lotto che, racchiudendo tutta la storia della celebre azienda bolgherese, ne è la punta di diamante: una verticale dal 1968 al 2019 di Sassicaia, mancante solamente l’annata 1974 la cui stima è di 20.000/30.000 euro (lotto 373).
Il 18 novembre è dedicato ai vini di Francia: la sessione mattutina vede protagonisti le Maison di Champagne e gli Château di Bordeaux, mentre il pomeriggio andranno in scena i Domaine della Borgogna.
Tutti gli champagne più richiesti sono presenti con alcuni lotti introvabili come la tradizionale cassa di Salon composta da sei bottiglie normali e una Magnum offerta a 5.000/11.000 euro (lotto 380) e la serie di lotti di Krug Clos d’Ambonnay, compresa l’annata 1996 che ha una valutazione di 2.000/4.000 euro (lotto 448), provenienti tutti da un singolo proprietario.
Dopo una interessante parentesi di vini provenienti da Rodano, Loira, e resto del mondo, si passa nel Bordeaux, la regione dei castelli dei quali segnaliamo, assieme alle bottiglie dei più famosi Pétrus, Mouton Rothschild, Yquem, Lafite Rothschild e Margaux, alcuni nomi più esclusivi e per questo molto ricercati dal mercato: Le Pin e Château Lafleur, quest’ultimo anche in formato Magnum.
La parte finale del catalogo è dedicata, come da tradizione, alla Borgogna e ai suoi incomparabili vini. Le massime espressioni del Pinot Nero e dello Chardonnay sono qui riunite, divise per domaine: Dugat-Py, Jayer, Rousseau, Coche-Dury, Engel, Leroy, d’Auvenay e Romanée Conti.
Troppi sono i lotti meritevoli di essere menzionati in questa sintesi, quindi ne segnaliamo solo tre: una Magnum di Échézeaux Domaine Bizot 2006), una bottiglia di Chevalier-Montrachet Leroy Domaine d’Auvenay 2005, il miglior vino bianco prodotto dal piccolo domaine, e una bottiglia in cassetta in legno originale di Romanée Conti del Domaine de la Romanée Conti annata 2015, la migliore degli ultimi quindici anni. Le rispettive stime sono di 7.000/14.000 euro, 8.000/20.000 euro e 15.000/30.000 euro (lotti 560, 709 e 742).
Concludiamo questa breve, ma si spera esaustiva sintesi del catalogo con bottiglia che più rappresenta il catalogo e che lo chiude: una bottiglia di Romanée Conti del Domaine de la Romanée Conti vendemmia 2005 considerata da tutti i più importanti critici mondiali l’annata del secolo, per la quale sono richiesti 12.000/24.000 euro (lotto 744). Un esempio di un vino che raggiungerà, con lo scorrere del tempo, un’armonia tale da fare entrare già questa bottiglia nel mito.