Wassily Kandinsky
(Mosca 1866 – Neuilly sur Seine 1944)
LITHOGRAPHIE FÜR DIE VIERTE BAUHAUSMAPPE. 1922
Litografia a 4 colori. mm 285x240. Foglio: mm 360x340.
Roethel, 162.
Firmata a matita e monogrammata e datata “22” sulla pietra in
basso a sinistra.
Unica edizione a 110 esemplari (10 dei quali su Japon) firmati
e non numerati realizzata per la IV cartella del Bauhaus
“Italienische und russiche künstler”.
Ottima impressione stampata su vèlin. Al recto in basso a
destra timbro a secco della Libreria Prandi di Reggio Emilia.
Ossidazione uniforme da vecchio passe-partout, per il resto
ottima conservazione.
La vera opera d’arte nasce dall’ “artista” in modo misterioso,
enigmatico, mistico. Staccandosi da lei assume
una sua personalità, e diviene un soggetto indipendente
con un suo respiro spirituale e una sua vita
concreta. Diventa un aspetto dell’essere. Non è dunque
un fenomeno casuale, una presenza anche spiritualmente
indifferente, ma ha come ogni essere energie
creative, attive. Vive, agisce e collabora alla creazione
della vita spirituale. [...] Allo stesso modo un quadro
ben dipinto non è quello che ha dei valori esatti, o una
distinzione quasi scientifica tra toni caldi e freddi, ma
quello che ha una vera vita interiore. E un buon disegno
è quello in cui non si può cambiare nulla senza
distruggere questa vita interiore, indipendentemente
dal fatto che contraddica le regole dell’anatomia, della
botanica o di un’altra scienza. Il problema non è
sapere se la forma esteriore (che è sempre casuale) è
rispettata, ma se l’artista ha bisogno di questa forma
nella sua apparenza esteriore. Allo stesso modo non
bisogna usare un colore perchè esiste in natura, ma
perchè è necessario al quadro. Insomma, l’artista non
solo è autorizzato ma è obbligato a usare le forme che
gli servono.
Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, 1910