SERVITO DI POSATE
Manifattura Clementi
metà sec. XX
in oro 18 kt, composto di ottantotto pezzi con manici decorati da motivi a foglie lanceolate (88)
Composizione: 12 forchette; 12 cucchiai; 12 coltelli; 12 forchette da frutta; 12 coltelli da frutta; 12 cucchiai da frutta; 12 cucchiaini da tè; 1 ramaiolo; 1 paletta da dolce; 1 forchetta ed 1 cucchiaio da portata
€ 170.000/220.000
An italian 18Kt table service, Clementi, Bologna, mid 20th,composed of eighty-eight pieces (88)
€ 170.000/220.000 - $ 221.000/286.000 - £ 136.000/176.000
L'argenteria Clementi nacque a Casalecchio nel 1912 dalla collaborazione tra l'argentiere Michelangelo Clementi e l'azienda tedesca Wilkens&Son, leader nella produzione di oggetti in argento. Dal 1982 l'azienda fu rilevata dalla famiglia Buccellati che ancora oggi ne è proprietaria.
Per millenni l’uomo ha usato solo le mani per mangiare attingendo da ciotole di terracotta zuppe e bevande. Con la nascita dei primi centri urbani e l’evolversi della civiltà agricola nacque anche la necessità di un galateo della tavola.
Il cucchiaio
Il nome cucchiaio deriva dal latino cochlea che significa chiocciola poiché il guscio di questi animali fu il primo strumento utilizzato dall’uomo per portare liquidi alla bocca.
I cucchiai furono utilizzati sin dal paleolitico sotto forma di conchiglie o pezzi di legno con la funzione di portare alla bocca piccole quantità di liquidi. A partire dalla preistoria e per migliaia di anni successivi fu fabbricato in legni profumati quali il bosso o il ginepro. Furono gli egiziani a forgiare i primi cucchiai in bronzo.
I Romani utilizzarono due tipi di cucchiai uno con pala ovale e manico dritto o curvo chiamato ligula un altro chiamato cochlear, con pala rotonda e manico dritto e appuntito.
Nel Medioevo i cucchiai usati nelle case dei signori erano fatti con materiali preziosi come cristallo, argento e onice per rispondere alle nuove necessità di lusso e solo dal XIV secolo comparvero cucchiai realizzati in ottone o altri metalli di uso più popolare.
Con la moda delle grandi gorgiere, dal XVI secolo, anche la forma del cucchiaio si modificò . Nacquero cucchiai con specifiche fruizioni, cucchiai da intingolo, da caffè, da tè e da zucchero e invece di avere forma di una coppa da tenere con le due mani tornò l’uso di cucchiai con manici da impugnare in una sola mano.
Dal XIX secolo con l’affermarsi del galateo il cucchiaio assunse la forma odierna.
Il coltello
La sua nascita è legata all’uso di questo utensile nella caccia sin dalla preistoria. I primi erano selci taglienti e successivamente furono utilizzate anche ossa, legni e pietre più lavorate. Con la scoperta dei metalli e l’inizio dell’uso del bronzo il coltello assunse la forma con manico e lama le cui dimensioni poteva variare a seconda dei diversi usi.
In età greca e romana i coltelli potevano avere manici in metallo o in osso finemente decorati ed erano utilizzati sia per tagliare che per portare il cibo alla bocca.
Nel Medioevo il coltello assunse un carattere molto personale, strumento di combattimento e di caccia, poteva essere portato appeso alla cintura e ognuno a tavola utilizzava il proprio.
Nel corso del Rinascimento i più raffinati fabbricanti di coltelli furono italiani, si pensi ai coltelli con eleganti manici in argento cesellato conservati al Museo Poldi Pezzoli di Milano.
L’uso di questo utensile cambiò in questo periodo con l’avvento della forchetta. Le lame dei coltelli infatti non ebbero più la funzione di portare il cibo alla bocca e le loro punte cominciarono ad arrotondarsi.
La forchetta
L’uomo primitivo utilizzò la forchetta non come utensile per mangiare ma come bastone biforcuto.
In epoca romana venne utilizzata, da uno specifico addetto, come strumento per tagliare le carni e servirle ai commensali.
L’uso della forchetta personale ebbe inizio con i bizantini e dal X al XIII secolo le forchette furono usate comunemente dai ricchi a Bisanzio, mentre sulle tavole del mondo occidentale ancora non venivano contemplate. Intorno all’anno mille la figlia del re bizantino Cristiano IX andò in sposa a Venezia al Doge Giovanni Orseolo II. Durante il banchetto, mentre gli altri commensali mangiavano con le mani, lei si portava il cibo alla bocca con una forchetta d’oro a due rebbi suscitando grande scandalo. L’uso della forchetta da parte della sposa fu criticato perché eccessivamente raffinato e fu disapprovato dai preti che invocarono su di lei la collera divina. Quando la dogaressa nel 1005 si ammalò di peste e morì, i veneziani diedero la colpa all’oltraggioso e perverso uso della forchetta.
Dunque l’uso della forchetta nel raffinato mondo bizantino fu visto dal clero cattolico come un grave peccato, tanto che questo utensile nel mondo occidentale non ebbe successo. Tuttavia forchette d’oro, d’argento e con preziose impugnature in cristallo e avorio sono menzionate negli inventari delle case reali europee a partire dal XIII secolo. Anche nella Firenze del Quattrocento, popolata da letterati ed artisti di ogni parte d’Italia, l’uso della forchetta fu visto con ostilità e le forchette d’oro erano conservate in forzieri quasi come se fossero dei cimeli di famiglia più che posate.
Nel Cinquecento alla corte di Francia la forchetta fu introdotta da Caterina dei Medici provocando fra i nobili francesi la derisione verso i “ raffinati” italiani che non volevano toccare il cibo con le mani.
Solo dal XVII secolo, in particolare in Italia per la pasta, l’uso della forchetta divenne simbolo di buone maniere di pari passo con l’uso di consumare i pasti in riunioni conviviale più ristrette. La presenza di un minor numero di persone fece sì che il padrone di casa potesse fornire le posate ai suoi ospiti. Ebbe inizio la produzione di serviti di posate .
Se l’Europa rimase ancora ostile all’uso della forchetta, in Italia dal XVIII secolo cominciò l’uso della forchetta a quattro rebbi per facilitare la presa degli spaghetti.
Dall’età moderna l’uso di questo utensile prese lentamente piede in tutta Europa.