Important Reinassance Maiolica

mon 27 October 2014
Live auction 25
14

VASO APOTECARIO BIANSATO

€ 8.000 / 12.000
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VASO APOTECARIO BIANSATO

Montelupo, 1620-1640 circa

 

Maiolica decorata in policromia con azzurro, blu, verde, giallo, giallo-arancio e bruno di manganese nel tono del marrone

alt. cm 34; diam. cm 12,2; diam. piede cm 11; ingombro massimo con le anse cm 30

 

Sbeccature d’uso alle anse e al piede; un’ansa presenta una rottura incollata; qualche caduta di smalto al corpo

 

Earthenware, painted in light blue, green, yellow, yellowy orange, and brownish manganese

H. 34 cm; diam. 12.2 cm; foot diam. 11 cm; maximum width with handles 30 cm

 

Wear chips to handles and foot; one handle repaired; some glaze losses to body

 

Il vaso presenta corpo ovoidale su base stretta con piede distinto, piano e appena estroflesso; l’imboccatura è larga ed estroflessa; dai fianchi si dipartono due anse plastiche a forma di “drago”, dipinte in verde ramina e poggianti su due mascheroni a volto di satiro foggiati a rilievo e colorati di giallo. L’oggetto è privo di beccuccio per la fuoriuscita dei liquidi.

Il corpo è interamente decorato con un motivo fitoforme, delineato in blu su fondo smaltato bianco: si tratta del decoro denominato “alla foglia blu”, che prevede l’utilizzo della girali “foliate” qui in una versione atipica, sostanzialmente semplificata con un tratto rapido ma sicuro, che delinea le foglie sul fondo bianco con una prima linea sottile per poi riempire le zone a risparmio dando corpo alle ombreggiature della foglia e del frutto con una pennellata più marcata. Sul fronte, entro un medaglione delimitato da pennellate blu, su un fondo giallo mosso da pennellate brune spicca la figura dell’Assunta seduta su una nuvola e sorretta da Angeli con le mani aperte nel segno dell’orante. Al di sotto del medaglione un cartiglio reca la scritta apotecaria, delineata a caratteri capitali, in bruno di manganese nel tono del marrone “AQVa Di CETACcA”. Il cartiglio è incorniciato da un motivo a volute verde ramina centrato nella parte superiore da un amorino e in quella inferiore da mascherone.

La decorazione “alla foglia blu” è tipica della produzione degli ultimi fornimenti da farmacia di produzione montelupina, e Fausto Berti fa notare come l’opzione decorativa sia stata scelta anche da due forniture farmaceutiche ancora di rilievo, quella dell’Annunciazione e quella di Tobia accompagnato dall’Angelo, forse addirittura eseguite dalla stessa bottega con datazione intorno agli anni Quaranta del ’600.

Si tratta comunque di un gruppo omogeneo, caratterizzato da una decorazione uniforme e ripetitiva, che denuncia la decadenza delle botteghe montelupine. Dal gruppo si distinguono alcuni esempi destinati a farmacie fiorentine di una certa importanza, trai quali Berti pubblica due orci probabilmente provenienti dalla stessa farmacia del vaso in esame: il primo esemplare è conservato nelle Civiche Raccolte d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano, il secondo in una raccolta privata fiorentina. Gli orci presentano uno smalto meno ricco, ma la stessa decorazione, limitata però alla sola parte a vista dei contenitori, che per loro morfologia sono dotati di beccucci per la fuoriuscita dei liquidi e non dovevano quindi essere mossi dallo scaffale. Entrambi gli orci mostrano la figura dell’Assunta, priva di amorini ma con nembi che incorniciano interamente il medaglione, e il cartiglio con cornice a volute, dei quali uno anepigrafo.

I due contenitori di confronto recano sotto l’ansa la marca dell’”amo”, la quale ci riconduce a una nota bottega montelupina che contrassegna le proprie maioliche fino al 1622. Secondo Berti la cronologia di questi vasi non dovrebbe distanziarsi troppo da tale produzione: la campitura gialla che circonda la figura femminile richiama la produzione figurata di Montelupo, definendo così un arco cronologico non troppo avanzato e ascrivibile al terzo decennio del ’600.

Il vaso è presente nel catalogo Sotheby’s dell’asta fiorentina di Palazzo Capponi del 1970, con attribuzione a Montelupo, ma datato al 1580 circa.