Giovanni Boldini
(Ferrara 1842 - Parigi 1931)
RITRATTO DI CLÉO DE MÉRODE
pastelli su carta riportata su tela, cm 55x46
reca il cachet dell'atelier in basso a sinistra
sul retro: iscrizione autografa "N. 44, inv. at. Boldini/Boldini Cardona 1931" ed etichetta Mostra Galleria Borromini, Como, 2 dicembre-2 gennaio 1945, traccia di altra etichetta di Galleria Parigina.
Il dipinto qui presentato, carico di tensione e armonia, fu eseguito dall’artista con le tonalità della sua Parigi, dove il nostro pittore attinge come da un’inesauribile miniera, dove vive la passione con sincero coinvolgimento.
La spontaneità del dipinto, viene sottolineata dalla tecnica del pastello che oltre alla morbidezza del tocco, unitamente alla velocità del gesto, fa dissolvere l’immagine.
La ritratta Cléo De Mérode, stella dell’Opéra (identità confermata anche dal cartiglio al retro) fu molto cara al Boldini, tanto che l’artista trattenne il ritratto nel suo studio di 41 Boulevard Bethier, sino alla morte.
La bella danzatrice dell’Opéra di Parigi, rinomata per la sua bellezza e per essere stata legata al re Leopoldo II del Belgio, fu musa ispiratrice di importanti artisti, lo scultore Alexandre Falguiere, che la ritrasse nuda in una statua ora nella collezione del Musée d’Orsay di Parigi, e Romain de Tirtoff, in arte Erté, che nelle sue memorie la ricorda così: […] Cléo De Mérode era la distinzione personificata: la sua bellezza era di una delicatezza estrema. Mai ho visto un profilo più perfetto […]. Cléo De Mérode, danseuse de l’Opéra […] deliziava le platee con i suoi armonici volteggi […] (Cfr. D. Cecchi in: Boldini, Torino 1962, p. 169).