19th Century Paintings - II

wed 16 April 2014
Live auction 38
164

Vittorio Matteo Corcos

€ 35.000 / 45.000
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Vittorio Matteo Corcos

(Livorno 1859 - Firenze 1933)

FRAGILITA'!

olio su tela, cm 101x80

firmato e datato 96

 

L'opera è corredata da attestato di libera circolazione, n. 5117 rilasciato in data 28/02/2014

 

Un'incisione di Ernesto Mancastroppa e Alfredo Zanoboni tratta dall’originale di Corcos e pubblicata su “L'Illustrazione italiana” il 19 gennaio 1902 permette di conoscere il titolo del dipinto: Fragilità! Non era d’altronde la prima volta che sul periodico a cadenza settimanale comparivano opere del pittore livornese di nascita che, dopo aver approfondito la sua educazione artistica prima presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze poi a Napoli, si era trasferito a Parigi per rientrare in patria stabilendosi nella città del giglio nel 1886. Furono infatti riprodotte circa una quindicina di opere a partire dal 30 giugno 1889 quando fu stampata l’incisione di un dipinto con un’iconografia simile a quella in esame, La brocca rotta, che a sua volta rimandava ad un quadro di Jean-Baptiste Greuze (Tournus 1725 - Parigi 1805) di analogo soggetto, oggi conservato al Louvre. Con una non troppo velata punta di malizia nella rubrica dedicata alle Belle Arti ci si interrogava sul ripetersi di simili “disastri alle donnine di Corcos” (1902, p. 60), paragonandole alle graziose signore protagoniste delle brillanti farse di Eugène Labiche (Parigi 1815-1888), autore tra l’altro di Un chapeau de paille d’Italie. Di un dipinto del 1893, sempre del pittore italiano, Le favori, ove una fanciulla si trastulla con un cagnolino, avevano il copyright “Boussod, Valadon & Cie”, ovvero dal 1884 gli eredi di Goupil. Come quello, dunque, anche il nostro dipinto sembra probabile fosse destinato al mercato francese, per di più la tela porta impresso sul verso un timbro attestante la sua provenienza parigina (FOURNITURES GENERALES POUR ARTISTES / F.ALEXANDRE / 26 / boul.d des batignolles / PARIS / ENCADREMENTS). Seduta la giovane donna volge a noi il volto con l’ovale delicato incorniciato da ciocche ribelli ove lo sguardo seducente e le labbra tumide rendono esplicito il punto esclamativo del titolo. “Carni di rosa” (Ibidem) candide, turgide nel seno scoperto e tornite nel braccio mollemente appoggiato in grembo, svolazzi di tulle dalle tonalità delle nuvole e della cipria e di seta frusciante color dell’avorio. Un vero pezzo di bravura è la coppa, una kylix di finissima porcellana di Sèvres, ove l’oro dei racemi vegetali, delle anse modernamente all’antica e del piede con in evidenza la rottura, la perdita, riluce sul blu intenso del corpo del vaso. Ad una maldestra e forse antica pulitura (l’incisione infatti sulla rivista è per così dire tagliata a filo del vaso) è da imputare la superficiale abrasione della pellicola pittorica nel fondo sul lato sinistro del dipinto; neppure la data è stata risparmiata: anche se poco leggibile il ‘96 trova comunque conferma nella produzione degli anni Novanta cui sopra si faceva riferimento, in particolare poi sarà da ricordare che fu proprio quello l’anno che decretò il successo di Sogni (Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma) per il quale ancor oggi Corcos è noto ai più.

Ilaria Taddei