Da Anton Raphael Mengs
SAN PIETRO
penna probabilmente su tracce incise, tempera, oro su carta, cm 27,9x38,2
Provenienza:
collezione privata, Germania
Bibliografia:
Mengs. La scoperta del Neoclassico, a cura di Steffi Roettgen, Venezia 2001, pp. 320-321, fig. 116c.
La nota critica qui pubblicata si deve a Steffi Roettgen.
"Le tre tempere riproducono tre dei cinque riquadri del soffitto terminato da Mengs con l’intervento di Cristoforo Unterperger nel 1773 in una piccola stanza della Biblioteca Vaticana adibita durante il pontificato di Clemente XIV (1771) a custodia dei papiricon un complesso programma allegorico, storico e decorativo che allude all’Egitto e alla pianta del Papiro. La fama del soffitto e la ricchezza della stanza completata nel 1776 con preziosi marmi policromi e armadi a muro dorati fecero sì che numerosi giovani artisti allora a Roma presentarono richieste per poter copiare gli affreschi in piccolo come risulta dalla relativa documentazione nell’Archivio della Biblioteca Vaticana. Dovevano quindi essere numerose le copie colorate di questo soffitto che inaugurava a Roma la stagione del gusto egizio che si evolverà poi ulteriormente nella Stanza Egizia della Villa Borghese per opera di Domenico Corvi nel 1784. La sequenza dei tre disegni colorati (lotti 247, 248, 249) finemente e con gran dispendio che in origine comprendeva probabilmente anche gli altri due riquadri raffiguranti Mosè in trono e due putti che giocano con un’Ibis è l’unica a sopravvivere delle numerose riprese ridotte dal soffitto realizzate negli anni tra il 1777 e il 1783. La più famosa riproduzione in piccolo venne eseguita da Alejandro de la Cruz nel 1777 e venne donato all’Infante spagnolo D. Luis de Bourbon nella cui collezione rimase fino al 1818. Non è da escludere che le tre tempere benché prive di marchi di provenienza facessero parte di questo nucleo.
Il decoro delle cornici che nelle tre tempere circondano i riquadri non corrispondono esattamente al soffitto e nemmeno alle incisioni di Domenico Cunego progettata sin dal 1776, ma realizzata soltanto nel 1782-1783.(cat. Mostra Padova 2001, cat. 118, 119, 120, 121, v. in part. p. 325, cat. 117). Confrontando le misure delle tempere, di dimensioni decisamente inferiori rispetto a quelle delle incisioni (Allegoria del Museo Pio Clementino, incisione: 581 x 365 mm; Putti con Pellicano, incisione: 368 x 828 mm, San Pietro, incisione: 363 x 618 mm), si deduce che queste non derivino dalle incisioni di Cunego. Sembra però che sotto i leggeri tratti di penna ci siano delle linee incise le quali per ora non si possono collegare con nessuna fonte scritta".