wed 4 April 2012
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Giovanni Domeni

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Giovanni Domenico Lombardi, detto lOmino (Lucca 1682-1751) APOLLO SUONA LA LIRA A DUE MUSE olio su tela, cm 230x441, senza cornice Lopera, già pubblicata da Paola Betti, verrà inserita nella monografia dellartista di prossima pubblicazione a cura della studiosa, cui si deve la nota critica qui pubblicata.  Domenico Lombardi ha dominato da protagonista la scena pittorica lucchese della prima parte del Settecento, con un ruolo paragonabile a quello che nel secolo precedente aveva svolto Pietro Paolini. Impegnato nel corso della sua carriera nella rappresentazione dei generi tematici più diversi la storia sacra, i soggetti storici e mitologici, il ritratto, il paesaggio, le bambocciate e la natura morta, tra i destinatari delle sue opere si contano gli esponenti più illustri della nobiltà locale, come i Garzoni, i Buonvisi, i Mansi. Numerosi sono anche i lavori realizzati per le chiese della città e del contado oppure inviati in altri centri, come ricordava il suo più antico biografo, Tommaso Francesco Bernardi, alludendo a dipinti eseguiti  Paesi Oltramontani Gli studi condotti di recente sullartista hanno permesso di ricostruirne, almeno in parte, labbondante catalogo e di far emergere lelevato livello qualitativo che ne caratterizza la produzione. Su tale base è possibile confermare il giudizio positivo espresso dallo storiografo Luigi Lanzi sul finire del Settecento, quando sosteneva che se il Lombardi  visse nella luce di Roma come il Cav Batoni suo allievo,  nera degno a par del Batoni, o più Egli portava come saggio del suo talento le due splendide Storie di San Bernardo Tolomei, dipinte per la chiesa lucchese di San Ponziano e oggi nel coro di San Romano. Dopo aver mosso i primi passi nellambiente artistico locale, il pittore approfondisce la propria cultura compiendo un viaggio di studio nel Veneto, dove grazie allosservazione delle novità allora presentate sulla scena figurativa veneziana e dei celebri maestri del Cinquecento Tiziano, Tintoretto, Bassano e soprattutto Veronese ha modo di acquisire una  più vaga di colorire. Durante il successivo soggiorno formativo a Roma, il Lombardi dovette guardare al Poussin e agli esponenti della locale corrente classicistica, come Carlo Maratta, Francesco Trevisani e Pier Leone Ghezzi. Di tono aulico e sostenuto appaiono le sue composizioni di argomento storico e mitologico, come la Morte di Virginia (Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio), dove il carattere melodrammatico del soggetto è smorzato dal sapore lievemente mondano dellinterpretazione. In modo analogo lApollo e le Muse qui presentato - pervaso da unatmosfera arcadica di ascendenza romana e in origine concepito in pendant con una Diana e Endimione, pure ambientata sullo sfondo di un arioso paesaggio costellato da architetture e macchie di frondosa vegetazione - costituisce uno dei vertici qualitativi raggiunti dal maestro nel corso della sua prolifica carriera. Il dipinto è stato pubblicato nel 2003 dalla scrivente che vi sottolineava il pregio formale dei  personaggi immersi in unatmosfera arcadica e segnati da moti di patetismo aggraziato si noti la figura di Apollo ripresa dai tipi somatici di Guido Reni - forse dipendenti dallesempio fornito da Dal Sole negli affreschi lasciati in Palazzo Mansi a Lucca. Lesecuzione dellopera è collocabile a cavallo tra il secondo e il terzo decennio del Settecento, dato che lequilibrato compendio di classico e misurato comporre e di sensibile resa cromatica e chiaroscurale delle forme trova un puntuale riscontro in lavori risalenti a quel periodo, come lApparizione della Vergine a San Nicolao realizzata per leponima chiesa lucchese e oggi a Villa Guinigi Bibliografia: P. Betti, Giovan Domenico Lombardi nei Musei Nazionali di Lucca, Lucca 2003, p. 17; P. Betti, in M.T. Filieri, a cura di, Arte a Lucca, Un percorso nellarte lucchese dallAlto Medieovo al Novecento, Lucca 2011, p. 231(citato ma non illustrato).