Vincenzo Dandini (Firenze 1609-1675) SUONATORE DI FLAUTO olio su tela, cm 81x76,5 Si tratta di una delle versioni conosciute di questo elegante Suonatore di flauto che ha lungamente impegnato la critica in merito allattribuzione. E ben noto infatti lesemplare degli Uffizi cui è strettamente legato il dipinto qui proposto seppur con alcune piccole varianti interpretative che è stato riferito a Cesare Dandini (M. Gregori, 1970) successivamente assegnato a Vincenzo Dandini e pubblicato nella monografia dellartista da (S. Bellesi, 2003) e presentato con tale attribuzione alla mostra Luce e Ombra. Caravaggismo e naturalismo nella pittura toscana del Seicento, Pontedera, 2005 e recentemente riferito a Simon Vouet da Gianni Papi (G. Papi, 2010) sulla scorta di una incisione raffigurante un giovane in posizione simile al Suonatore di flauto. Si segnala una versione del Suonatore di flauto pubblicato da Giancarlo Sestieri (G. Sestieri, 1985) con attribuzione a Cesare Dandini che appare simile nellesecuzione, identico nelle dimensioni e potrebbe pertanto trattarsi verosimilmente del nostro dipinto. Lopera è corredata da parere scritto di Mina Gregori, Firenze, 16 maggio 2007, in cui la studiosa chiarisce le vicende attributive relative a questo soggetto. A Vincenzo Dandini è stata attribuita una versione di questo soggetto conservata nelle Gallerie fiorentine. Altre se ne conoscono di varia qualità Questa è una delle più valide e deve considerarsi esemplare autografo. Le caratteristiche portano ad affermare il nome di Vincenzo Dandini. La rappresentazione a mezza figura del giovane suonatore assiso su una sedia di cui si scorge il bracciolo e la ricchezza della manica avvolta in un drappo rosato da cui esce la camicia, il berretto di pelliccia e stoffa rossa costituiscono un composto di grande originalità coloristica e chiaroscurale che qualifica l'opera a un livello molto alto. Si aggiungano l'abilità nel caratterizzare le mani, colpite dalla luce, e le ombre profonde che conferiscono al viso del giovane musicista un alone di mistero e al contempo un'intensità che bene gli si addice Riguardo allesemplare degli Uffizi la studiosa indica che 'Suonatore' fu da me attribuito a Cesare Dandini negli anni delle prime scoperte di questo bellissimo pittore, che credevo di riconoscere soprattutto nelle pieghe luminose delle maniche e nell'atteggiamento con cui il protagonista è presentato. Al contempo avanzai l'ipotesi di una derivazione dal pittore francese Simon Vouet, derivazione che ha trovato in seguito una conferma grazie a un'incisione. Si è poi scoperta l'attività del fratello di Cesare, Vincenzo, a cui il 'Suonatore' è stato ultimamente attribuito. Lo spostamento da Cesare Dandini a Vincenzo mi trova assolutamente favorevole. Bibliografia di riferimento: M. Gregori, 70 pitture e sculture del '600 e '700 fiorentino, catalogo della mostra, Firenze, 1965, pp. 14-15, 46; M. Gregori, in E. Borea, Caravaggio e Caravaggeschi nelle Gallerie di Firenze, catalogo della mostra, Firenze, 1970, pp. 62-63; G. Sestieri, La figura nella pittura di genere, 1985, p. 14, ill.; S. Bellesi, in Il Corrioio Vasariano agli Uffizi, a cura di C. Caneva, Cinisello Balsamo (Milano), 2002, pp. 126-127 n. 15; S. Bellesi, Vincenzo Dandini e la pittura a Firenze alla metà del Seicento, Ospedaletto (Pisa), 2003, pp. 76-77 n. 4; S. Bellesi, in Luce e Ombra. Caravaggismo e naturalismo nella pittura toscana del Seicento, catalogo della mostra a cura di P. Carofano, Pontedera, Ospedaletto (Pisa), 2005, pp. 108-111 n. 39; G. Papi, in Caravaggio e caravaggeschi a Firenze, catalogo della mostra, Firenze, Prato, 2010, pp. 280-281 n. 81