Luigi Michelacci (Forlì 1879 - Firenze 1959) SCIMMIETTA SOLDATO olio su tavola, cm 45x32 firmato capitale francese Michelacci si recò nel marzo del 1903, in compagnia di Spadini, Re, Brunelleschi e vi soggiornò fino al 1908, pur alternando il soggiorno a brevi ritorni in Italia. Il viaggio a Parigi fu per Michelacci ed i suoi amici un momento molto importante della loro vita dartisti e non poteva essere altrimenti dato che questa città stava allora vivendo una delle stagioni artistiche più interessanti di tutto il XX secolo. Alla recente memoria degli impressionisti, molti dei quali ancora in vita, si era aggiunta la fama sempre maggiore di Cé mentre cominciavano a farsi notare sia la pittura di Picasso sia le opere di Marquet, Van Dongen, Vlaminck, primi frutti dellespressionismo. Per Michelacci, aperto ad accogliere larte del passato e ad iniziare nuove esperienze, questo soggiorno parigino costituisce un periodo dintenso studio, di ricerca e di continue verifiche. Abbiamo detto che Michelacci guarda agli Impressionisti ed alcuni suoi quadri come Monache e bimbe sullargine di un fiume (tav. XIX), sispirano a questo movimento per la pennellata data a piccoli colpi e la tavolozza insolitamente chiara e brillante, anche se la corposità della materia è di matrice macchiaiola. Ma lartista che maggiormente interessò Michelacci nel suo soggiorno parigino e lasciò in lui un segno profondo fu Honoré Daumier. Daumier aveva rappresentato il mondo degli umili e messo alla berlina il corrotto apparato legislativo, giudiziario e burocratico dello stato borghese. La sua pittura è scabra, la tavolozza cupa, il segno che delinea i contorni nero e marcato; il tratto mosso e sintetico è forse la caratteristica dellarte di Daumier, per la quale Baudelaire aveva avuto parole di stima, affermando che: sua matita è ben altro che un nero buono a delineare contorni, suggerisce il colore insieme col pensiero ed è il segno dun arte superiore Lopera di Daumier, che si accosta per vari aspetti alle ricerche espressionistiche di Marquet o di Picasso giovane (ricordiamo a questo proposito I poveri in riva al mare del 1903), fu ispiratrice per la pittura di Michelacci il quale ne apprezzò laggressività della linea, il tessuto pittorico, la tavolozza contrastata. Le ricerche di effetti di luce violenta che avevano spinto Michelacci prima ad indagare sulla pittura a e poi su quella impressionista corrispondono allasprezza della luce, mezzo con il quale Daumier denuncia gli squilibri di una società dominata da una borghesia corrotta, sotto la quale si agita e soffre il mondo squallido dei bohé Michelacci, vicino per sensibilità agli oppressi e agli emarginati, da lui in seguito più volte rappresentati nelle sue opere, vedeva in Daumier un pittore sensibilizzato come lui a certi problemi. Nasceranno così quadri come Bimbi con ciuco (tav. XXVII), e Don Chisciotte e Sancho Pancia (tav. LXXIV). Mentre il Don Chisciotte e Sancho Pancia è simile allomonima opera di Daumier (fig. 29), Bimbi con ciuco, mostra uninfluenza più sottile e meditata. Se il muro è di matrice fattoriana, i due ragazzi dalle spalle curve, collo corto, goffi nelle loro poveri vesti, rammentano i malinconici personaggi di Gli emigranti, Il fardello (fig. 30) o il Vagone di terza classe, del pittore francese. (In: Antonio Parrochi, Luigi Michelacci, Firenze, 1980, pp. 10 12, tavv. LVIII, LXX, XCV)