Giovanni (Nannoccio) Capassini
(Firenze dopo il 1510 - Tournon circa 1579)
MADONNA CON BAMBINO E SAN GIOVANNINO IN UN PAESAGGIO
olio su tavola, cm 122x100
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Bibliografia di riferimento
Marie-Paule Vial, in La peinture en Provence au XVIe siècle, a cura di Marie-Claude Léonelli, Parigi, 1987, pp. 130-137.
Dominique Thiébaut, Un artiste florentin au service du cardinal de Tournon: Giovanni Capassini, in Kunst des Cinquecento in der Toskana, Monaco di Baviera, 1992, pp. 176-185.
Sylvie Béguin, Jean Capassin au service du cardinal François de Tournon, “Antichità Viva”, 1994, 2-3, pp. 18-26.
Luciano Bellosi, Per Nannoccio Capassini, “Antichità Viva”, 1994, 2-3, pp. 93-95.Jean-Christophe Baudequin, Un dessin de Giovanni Capassini à l’École des beaux-arts, “Bulletin de l’Association des Historiens de l’Art italien”, 10, 2004, pp. 5-7.
Dominique Cordellier, Précisions sur quelques apports des peintres florentins à l’art en France: Andrea del Sarto, Rosso Fiorentino, Andrea Sguazzella, Giovanni Capassini, in Peindre en France à la Renaissance, a cura di Frédéric Elsig, Cinisello Balsamo, 2011, I, pp. 283-307.
Questa bella tavola dal raffinato cangiantismo, che apparirà ancora più brillante una volta rimossa la vecchia vernice ingiallita, va senza dubbio riferita alla mano di Giovanni Capassini, pittore fiorentino che svolse la sua attività in Francia nel terzo venticinquennio del Cinquecento: dipinse al servizio del cardinale di Tournon e poi a Lione e ad Aix en Provence. Oltre le evidenti tangenze stilistiche con i pochi dipinti certi di Giovanni Capassini come La Sacra Famiglia con san Giovanni Battista e santa Caterina, del Musée des Beaux-Arts di Nimes, o le tavole laterali del trittico di Tournon, oggi conservate al Museo del Louvre, il riferimento più diretto per l’attribuzione è con un disegno preparatorio pubblicato da Jean-Cristophe Baudequin nel 2004. Il foglio raffigura nel verso il volto di un bambino, mentre nel recto vi è invece disegnato Gesù nella medesima posa di questo dipinto. Baudequin, non conoscendo la tavola, riferiva il foglio ad una Madonna col Bambino e san Giovannino della Gemäldegalerie di Berlino (cat. nr. 277) che era stata già attribuita a Capassini da Luciano Bellosi nel 1994. La composizione della tavola berlinese appare quasi identica a quella di questa tavola, dove tuttavia, oltre alla pittura più salda e monumentale, vi sono alcune significative varianti sia nel paesaggio, sia nella posa del bambino, qui raffigurato con entrambe le gambe piegate, esattamente come nel foglio preparatorio conservato all’École Nationale Supérieure Des Beaux-Arts di Parigi, mentre nella tavola tedesca la gamba destra viene rappresentata distesa.
La figura di Giovanni Capassini è stata ricostruita da Dominique Thiébaut nel 1992, e poi da Sylvie Béguin nel 1994, che ne hanno delineato lo svolgimento stilistico negli anni francesi, mentre si deve a Luciano Bellosi, sempre nel 1994, la corretta indicazione delle persistenze sartesche nella sua opera e soprattutto la tangenza con esperienze italiane – Jacopino del Conte in primis -, sempre generate dalla bottega di Andrea del Sarto e poi cresciute nel confronto con le opere michelangiolesche fiorentine e romane.
Spetta invece ancora a Dominique Thiébaut l’aver associato le memorie documentarie francesi riferibili a Giovanni Capassini, e le sue poche opere sicure, come il grande polittico di Tournon, alla nota vasariana, riportata in entrambe le edizioni delle Vite, della presenza nella bottega di Andrea del Sarto di un Nannoccio dalla Costa San Giorgio che già nel 1550 Vasari dice “in Francia col cardinale di Tornon”. Tale ipotesi venne subito fatta propria da Luciano Bellosi che sottolineava, anche nelle opere francesi, l’evidente sartismo pur mescolato a spunti di provenienza michelangiolesca e più largamente fiorentina.
Anche in questa tavola inedita appare infatti evidente il riferimento allo stile classicizzante e fermo di Andrea del Sarto maturo, e al contempo l’adesione ad un michelangiolismo franco e quieto, che appare non solo nella solida partizione delle masse e negli scultorei volumi delle figure (memori anche del Bronzino), ma anche nel volto idealizzato della Madonna, che sembra ispirata a quella di Michelangelo nella Sagrestia Nuova. Simili esiti formali Capassini li divise con Jacopino del Conte, altro artista fiorentino presente nella bottega di Andrea del Sarto, e che volse il suo stile verso un michelangiolismo più risentito trasferendosi a Roma intorno alla metà degli anni Trenta del Cinquecento. Prima che Luciano Bellosi riportasse a Capassini la Madonna col Bambino e san Giovannino di Berlino, la tavola era infatti conservata nel museo con un riferimento proprio a Jacopino del Conte, a dimostrazione di una tangenza che forse andò al di là degli anni fiorentini. Non sappiamo dove Capassini possa aver incontrato François de Tournon, inviato a Roma dai Guisa dal 1547 al 1555, ma forse l’ambiente romano non fu estraneo a questo sodalizio che poté forse iniziare già negli anni Quaranta. Di fatto Nannoccio Capassini già lavorava nel 1548 agli apparati per l’ingresso di Enrico II a Lione, per poi dipingere nel 1555 il grande trittico per la Cappella del Collège de Tournon. Al centro dell’opera, oggi smembrata, vi era la Resurrezione (Tournon, Lycée Gabriel-Faure), e nel recto delle tavole laterali, il Ritratto del Cardinale di Tournon (Tournon, Lycée Gabriel-Faure), la Cena in Emmaus (Parigi, Louvre), mentre nel verso delle stesse tavole, vi erano le Pie donne al sepolcro, e l’Angelo della Resurrezione (Parigi, Louvre) dipinte a grisaille con un forte impianto scultoreo delle figure. La firma e la data 1555 appaiono in basso nel pannello centrale del polittico, e l’intera opera sembra quasi celebrare il ritorno del cardinale al centro della vita politica francese dopo il suo ritorno in patria da Roma avvenuto proprio quell’anno.
Dopo la morte del cardinale di Tournon, nel 1562, Capassini lavorò agli apparati per l’ingresso di Carlo IX e di Caterina de’ Medici ad Aix-en-Provence nel 1564, poi si stabilì a Lione dove è documentato fra il 1565 e il 1568.
Carlo Falciani