CORNICE, ROMA, PRIMO QUARTO DEL SECOLO XVIII
Ovale con sagoma mistilinea abbellita da fogliette ricorrenti, nella parte superiore una elaborata, per quanto elegante, cimasa con elementi architettonici avvolti da volute fogliacee, segna il momento di passaggio dalla decorazione barocca al più leggero barocchetto. Doratura a guazzo in oro zecchino con preparazione a bolo giallo. Luce cm 24x19; ingombro cm 38x35
Bibliografia
Catalogo 7, n. 73
Le piccole e preziose cornici romane si presentano come un movimento di trapasso tra il barocchetto e il neoclassico. L’elegante e vibrante cimasa descrive con inventiva e raffinatezza il gusto barocchetto al termine del suo percorso, in contrapposizione con la sagoma ovale che ormai manifesta l’ornato tipicamente neoclassico. Il momento di trapasso tra un gusto e l’altro esemplifica sempre una curiosità, che in questo caso si manifesta con stili non conciliabili tra loro. Eppure il sapiente artista ha saputo far convivere due stili antitetici con sapiente equilibrio formale.