Raffaello Sorbi
(Firenze 1844 - 1931)
LE CORSE DELLE BIGHE NEL CIRCO
olio su tela, cm 49,5x78,5
firmato e datato "1894" in basso a destra
sul retro: etichetta della Galleria d'Arte Narciso di Torino
Provenienza
Galleria d'Arte Narciso, Torino
Collezione privata
Bibliografia
Catalogo Bolaffi della pittura italiana dell'800, I, Torino 1964
A. Parronchi, R. Sorbi, Firenze 1988, figg. pp. 15, 130
"Fra la fine degli anni Sessanta e i primi del Settanta, l'artista si dedicò quasi esclusivamente ai soggetti classici, equilibrando la grandiosità scenografica e l'intrinseca aulicità dei temi con gestuale dolcezza e sentimento, a tutto vantaggio della coerenza formale. Qui il purismo diventa non solo una costante, ma l'essenza stessa della necessità espressiva. In fondo Sorbi trovava in queste cose "anche" l'alibi della sua rinuncia al linguaggi dei rivoltosi della Via Larga.
Del 1869 è Fridia che colpisce la statua di Minerva, eseguita con piena soddisfazione del committente Giovanni Dupré.
In conformità ai dettami della pittura "pompier" allora in voga, a questa seguirono molte altre opere a soggetto prevalentemente romano.
Fra i più noti: La corsa delle bighe nel circo, Le vestali che escono dall'Anfiteatro, Cornelia madre dei Gracchi con i figli giovinetti, Idillio Romano.
Numerosi dipinti a soggetto romano furono in un primo tempo acquistati e successivamente commissionati direttamente all’artista da Goupil [...]. Il contratto stipulato nel 1872, impegnava l'artista per sette anni vincolandolo ad un tipo di produzione più vicino e perlomeno accostabile - nell'accentuato decorativismo grafico e cromatico - al gusto francese. Nella stessa epoca fra le altre opere destinate al mercato d'Oltralpe, Sorbi portò a termine anche una serie di figure femminile in abito romano, di squisita fattura, oltre ad alcune rievocazioni storiche di ambientazione trecentesca".
(A. Parronchi, R. Sorbi, Firenze 1988, pp. 13-16)