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wed 19 October 2016
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Anton Maria Maragliano

€ 18.000 / 25.000
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Anton Maria Maragliano

(Genova 1664-1739)

VISIONE DI GESÙ BAMBINO DI SANT’ANTONIO DA PADOVA

legno scolpito, dipinto e dorato, cm 57x43x40

 

Bibliografia

D. Sanguineti, Il Paradiso secondo Maragliano in cinque macchine processionali, in F. Cervini, D. Sanguineti (a cura di), Han tutta l’aria di Paradiso. Gruppi processionali di Anton Maria Maragliano tra Genova e Ovada, Torino 2005, pp. 29-30;

D. Sanguineti, scheda in Anton Maria Maragliano: bozzetti e piccole sculture, cat della mostra, Imperia Porto Maurizio, Museo del Presepe, Genova 2010, pp. 72-73, cat. 12

 

Questo gruppo è senz’altro riferibile all’ambito produttivo del grande scultore genovese Anton Maria Maragliano, intagliatore in legno estremamente prolifico, attivo per oltre mezzo secolo nel capoluogo ligure. Come ha scritto a proposito dei suoi gruppi Antonia Nava Cellini (La scultura del Settecento, Torino 1982, p. 153): “si tratta di scene che emulano schemi compositivi di pale dipinte, con l’apparizione divina che occupa, di lato, la collocazione più alta e si lega agli altri personaggi per mezzo di linee divergenti, di panneggi volanti e figure d’accompagno, soprattutto angeli e cherubini; ma l’isolamento delle forme nello spazio e la loro vera presenza tridimensionale cambia il significato della rappresentazione, anche perché la rende mutevole e godibile da più punti di vista.”

Un confronto, anche a livello iconografico, piuttosto stringente è offerto dal grande gruppo (alt. cm. 140) della Madonna con Gesù Bambino e sant’Antonio da Padova nella chiesa di Santa Caterina a Rossiglione Superiore (Genova), opera documentata dall’atto di commissione del 30 marzo 1737, nella quale il santo si accosta, proprio come nel presente pezzo, ad un inginocchiatoio. La grande “cassa” del 1739 è stata in realtà riferita dalla critica ad un valido aiuto di bottega di Antonio Maria, forse il nipote Giovanni Maragliano (D. Sanguineti, Anton Maria Maragliano 1664 – 1739 “Insignis sculptor Genue”, Genova 2013, pp. 387-388 cat. III.11).

L’opera, per le sue dimensioni, non poteva che essere un prezioso oggetto di devozione privata, quasi una riduzione miniaturistica della grandiose macchine barocche approntate da Maragliano nella Liguria a cavallo tra Sei e Settecento.

 

A.B.