Mario Nuzzi detto Mario de' Fiori
(Roma 1603-1673)
VASI DI FIORI
coppia di dipinti ad olio su tela, cm 66,8x50
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Opere dichiarate di interesse culturale particolarmente importante con Decreto Lesislativo 490/1999 del Soprintendente Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell’Emilia Romagna del 21 ottobre 2002.
Provenienza
Collezione Bizzini, Vignola;
Porro & C., Milano, 25 febbraio 2004, n.11
Da tempo acquisiti al catalogo di Mario dei Fiori, e come tali sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza dell'Emilia Romagna i dipinti qui offerti costituiscono uno splendido esempio della produzione matura dell’artista romano intorno alla metà del secolo.
A lungo appesantito da opere a lui riferite solo in virtù della sua straordinaria reputazione di pittore di fiori, il catalogo di Mario Nuzzi è stato ricostruito in maniera rigorosa e convincente a partire dalle opere firmate o documentate conservate nel monastero dell’Escorial, nel palazzo Chigi di Ariccia e in palazzo Colonna a Roma (si veda Laura Laureati in La natura morta in Italia, Milano 1989, I, pp. 759-767); a queste si è aggiunta la serie di vasi di fiori già nella collezione Mansi a Lucca (G. e U. Bocchi, Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630 – 1750, Viadana 2005, pp. 67-142, in particolare figg. 43-50).
Questo nucleo di opere documentate ha consentito di rintracciarne altre attribuibili per fondati confronti stilistici, restituendo così un’immagine più convincente del maggiore specialista del suo tempo e di comprendere meglio l’importanza esercitata dai suoi modelli su artisti spagnoli e francesi. Tra le recenti acquisizioni al suo catalogo la nostra coppia di vasi di fiori trova motivi di confronto specifico con quella di formato ottagonale pubblicata dai Bocchi (2005, cit., p. 121, figg. 54-55): simile l’impianto del bouquet, i rilievi che ornano il vaso, le corolle bagnate di rugiada delle rose antiche sul punto di sfiorire. Ulteriori confronti, soprattutto per quanto riguarda i vasi, rimandano alla coppia nel Museo Civico di Como (Bocchi 2005, pp. 124-25, figg. 59-60) e a un dipinto d raccolta privata esposto a Fano nel 2001 (L’anima e le cose. La natura morta nell’Italia pontificia del XVII e XVIII secolo, Fano 2001, n. 36, illustrato in catalogo a p. 115).