Modern and Contemporary Art

Milan, 
mon 12 June 2017
Live auction 208
309

JEAN FAUTRIER

€ 50.000 / 70.000
Estimate
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JEAN FAUTRIER

(Parigi 1898 - Châtenay-Malabry 1964)

Composizione. Dalla serie Buvards

gouache e tempera su carta applicata su tela, cm 50x65

firmato e datato

eseguito nel 1960

Si ringrazia Monsieur Dominique Fautrier per la conferma dell’opera

 

Provenienza

Galleria Apollinaire, Milano

ivi acquista dall'attuale proprietà

 

"[...] Fautrier ha fatto si sè, della propria vita un brano di carne palpitante che seguita a vivere oltre all'arresto del tempo. Vive d'immagini del passato, di memorie che tornano sempre a galla perchè non c'è presente o un futuro che le respingono al fondo. Vive per istanti, per brandelli di tempo; quasi temesse che nella logica sequenza delle cause e degli effetti l'intentità dell'esistenza si dissipi. Ha accettata, cercata anzi, questa condizione, di sentirsi frammento umano egli stesso, nel quale la sensibilità si concentra e si esaspera, lo stimolo è prigioniero di quell'assurdo limite, non entra in circolo, non si distende, non si elimina.

Per liberarsene deve trasferire in fretta ad un altro frammento di vita la stessa sostanza del suo essere, la stessa capacità di reazione e di assorbimento in cui lo stimolo si acquieti, lo liberi e lo faccia capace di altre esperienze [...]"

Palma Bucarelli, Jean Fautrier. Pittura e materia, Milano 1960, p.23

 

Considerato uno dei massimi esponenti dell'Informale materico, Jean Fautrier inaugura un linguaggio nuovo, che si ribella all'imbrigliamento della forma e della costruzione, denunciando un'aspirazione alla libertà, sia formale che concettuale, che resterà nel tempo la cifra più significativa del suo operare. Con un esordio figurativo vero e proprio, Fautrier attua ben presto una revisione del suo linguaggio, arrivando a rappresentare forme ridotte allo stremo, scavate ed essenziali, che partono da un motivo centrale, punto focale del dipinto, attorno al quale egli costruisce innumerevoli varianti.

 

Nella serie dei Buvard la materia affiora come un grumo silenzioso, come una delle momorie che torna a galla, a cui si riferisce Palma Bucarelli. Piccoli frammenti in cui la forma tende a scomparire, erosa nei suoi contorni, concretizzata in una serie di stratificazioni disordinate e caotiche, ridotta ad una massa di grumi di colore, ridotta a materia pura, capace così di evocare con tutta la sua forza la tragedia di una vita, la sofferenza, il sacrificio, grazie alla potenza evocativa della materia dilaniata e brutalmente percorsa da pennellate vigorose.

 

L'opera che qui presentiamo è estremamente significativa del modo di operare di questo artista. Le tinte ricordano quelle degli incarnati: rosa, bruno, ocra, olivastro, violetto. L'impressione è quella di trovarsi di fronte a grumi di materia organica pulsante e ferita. La materia in Fautrier si caratterizza per i connotati aspri e brutali: concrezioni carnose, che si stagliano su fondali rugosi e smorti.

 

La forza e la grandezza dell'opera di Fautrier sta in questo: senza attributi realistici, ma solo con la sua brutale oggettività, la materia è capace da sola, di divenire emblema della sofferenza e dell'essenza stessa della natura umana.