Scultore umbro prossimo a Fiorenzo di Lorenzo
(Perugia 1440 circa - 1522)
SAN GIROLAMO PENITENTE
statua in legno dipinto, cm 90x65x60, su base rettangolare in legno dipinto e dorato
La complessione anatomica del torace, ben definita ma senza ostentazione, che sembra rivelare un ascendente verrocchiesco tradotto con modi più semplificati, ammorbiditi e accostanti, coniugata al deliberato arcaismo nella barba raccolta in trecce spiraliformi, insieme alla postura genuflessa del santo penitente, con lo sguardo e il palmo della mano sinistra rivolti al cielo, riproposta in molti dipinti del Perugino e della sua cerchia (Washington, National Gallery of Art; Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria; etc.), suggeriscono di collocare quest’opera nell’Umbria di fine Quattrocento, dove era ancora ben viva la gloriosa tradizione della scultura lignea dipinta (All’ombra di sant’Ercolano. Sculture lignee tra Medioevo e Rinascimento nella Diocesi di Perugia, catalogo della mostra, Perugia, Museo del Capitolo di San Lorenzo, a cura di C. Fratini, Perugia 2009).
Nello specifico la figura trova puntuali riscontri in una statua lignea raffigurante San Francesco conservata nell’Oratorio di San Bernardino a Perugia - parimenti composta e delicata, e simile anche nella conformazione ossuta della testa su cui svetta un ciuffetto ben rilevato - che Laura Teza ha ricondotto su basi documentare all’ancona in forma di nicchia, ora nella Galleria Nazionale dell’Umbria, dipinta da Fiorenzo di Lorenzo nel 1487 per l’attigua chiesa di San Francesco al Prato (Per Fiorenzo di Lorenzo pittore e scultore. Una proposta di ricomposizione della nicchia di San Francesco al Prato a Perugia e altre novità, Perugia 2003; Indagini sulla statuaria lignea a Perugia nella seconda metà del Quattrocento, in L’arte del legno in Italia. Esperienze e indagini a confronto, atti del convegno, Pergola, 9-12 maggio 2002, a cura di G.B. Fidanza, Perugia 2005, pp. 65-90). È infatti plausibile che Fiorenzo, ben noto come pittore prossimo agli esordi del Perugino col quale avrebbe condiviso una formazione fiorentina presso il Verrocchio, essendo figlio di un maestro di legname si fosse dedicato anche alla scultura lignea, assecondando una vocazione politecnica ben radicata nella bottega verrocchiesca.
Un’attività che ha trovato nella critica numerose conferme (in ultimo P. Mercurelli Salari, in «Fece di scoltura di legname e colorì». Scultura del Quattrocento in legno dipinto a Firenze, catalogo della mostra, Firenze, Galleria degli Uffizi, a cura di A. Bellandi, Firenze 2016, pp. 214-215, n. 27), ma ancora tutta da approfondire, alla quale la stessa Teza (opp. cit.) propone di ricondurre anche il Crocifisso nella chiesa perugina di Santa Maria di Monteluce, sovrapponibile all’opera in esame nella definizione anatomica del torace e delle gambe, nella modellazione increspata del perizoma in stoffa gessata e soprattutto nell’intaglio delle barba in ciocche ritorte.
G.G.