Scultore veneto, 1720/1730 circa
SAN GIACOMO MAGGIORE
terracotta, ovale cm 44x36x8
Questa bella figura iscritta in una medaglia ovale, raffigurante San Giacomo Maggiore (identificabile per il bastone da pellegrino e soprattutto per la conchiglia sulla veste) è riferibile ad uno scultore veneto attivo intorno al terzo decennio del Settecento. Se alcuni elementi suggeriscono una cultura ancora partecipe della stagione del Barocco, dall’espressione del volto, di intenso patetismo (si vedano le labbra socchiuse), ai capelli dalle ricche ciocche, morbidamente rese nella terracotta, altri lasciano intravedere spunti di incipiente classicismo. Si tratta in particolare di un passaggio, quello della manica destra, sotto il mantello, con la stoffa ordinata in pieghe parallele che rimandano all’Antico. Confronti sono istituibili con l’opera del veneziano Antonio Corradini (1688 – 1752), non tanto con i suoi capolavori maturi (le celebri statue velate, dalla Tuccia di Palazzo Barberini a Roma, 1743, alla Pudicizia della Cappella Sansevero a Napoli, 1752), quanto piuttosto con invenzioni precedenti quali la Verginità nella Chiesa dei Carmini a Venezia, del 1721 (Bruno Cogo, Antonio Corradini scultore veneziano 1688 – 1752, Este 1996, p. 193), che proprio nella manica sinistra presenta un motivo assai simile. D’altronde quel panneggiare con pieghe quasi rigidamente parallele è una cifra stilistica che accomuna diversi scultori veneti di quell’epoca, basti pensare all’opera di Antonio Gai, in particolare la Figura all’antica del castello di Ferrières-en-Brie, in Francia (Andrea Bacchi, a cura di, La scultura a Venezia da Sansovino a Canova, Milano 2000, tav. 386).
A.B.